Man City-Liverpool: perché è ancora ragionevole mettere in discussione la decisione di escludere il gol di Virgil van Dijk | Notizie di calcio

Man City-Liverpool: perché è ancora ragionevole mettere in discussione la decisione di escludere il gol di Virgil van Dijk | Notizie di calcio


È improbabile che la difesa di Howard Webb nell’edizione di martedì di Match Officials Mic’d Up sul perché il gol di Virgil van Dijk contro il Manchester City sia stato annullato abbia placato i tifosi del Liverpool ancora addolorati dalla decisione.

Ma mentre l’attenzione si è comprensibilmente spostata sulla descrizione della decisione da parte di Webb come “ragionevole”, durante il programma c’è stata un’altra visione decisamente più straordinaria del processo decisionale degli arbitri.

Vale a dire che la decisione di escludere il gol è stata effettivamente presa, contrariamente a quanto precedentemente riferito da Sky Sports, dal assistente arbitro piuttosto che l’arbitro Chris Kavanagh, il VAR Michael Oliver o l’assistente del VAR Timothy Wood.

Questa distinzione finora non realizzata è chiaramente rivelata nella trascrizione audio del dibattito dei funzionari riportata nel programma:

Assistente arbitro: “Robertson è in linea di visione, proprio di fronte al portiere. Si è abbassato sotto la palla. È molto, molto vicino a lui. Penso che sia (in) linea di visione. Penso che (Donnarumma) sia stato colpito, amico.”

Arbitro: “Ok, quindi fuorigioco allora.”

Assistente arbitro: “Penso che sia in fuorigioco.”

Da quella trascrizione è chiaro che non solo l’assistente arbitro è il istigatore della decisione di escludere il gol ma, dalla risposta passiva di Kavanagh, che l’assistente arbitro è effettivamente la decisione principale creatore.

Sebbene questa intuizione sia importante per ottenere un quadro completo di ciò che è accaduto, solleva tuttavia nuovi dubbi sulla validità della decisione.

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L’assistente arbitro è contrassegnato in alto a destra nello screenshot

L'assistente arbitro ha stabilito dalla sua posizione sulla bandierina d'angolo che Robertson era nel campo visivo tra Donnarumma e Van Dijk
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L’assistente arbitro ha stabilito dalla sua posizione sulla bandierina del corner che Andy Robertson del Liverpool si trovava nel campo visivo tra il portiere del Manchester City Gianluigi Donnarumma e Virgil van Dijk del Liverpool

Dopotutto, in parole povere, il quadro generale dell’incidente sopra esposto mostra che l’assistente arbitro era singolarmente nella posizione sbagliata per fare una chiamata del genere riguardo alla linea visiva tra il portiere del City Donnarumma, Van Dijk e Robertson – con l’ovvia deduzione che se Robertson fosse nel campo visivo allora probabilmente, se non in modo decisivo, avrebbe un impatto sul portiere del City.

Ma l’assistente arbitro, come ripreso sopra, è a 90 gradi rispetto all’azione.

Lo stesso Kavanagh è in una posizione molto migliore per giudicare se Robertson è in linea con la visione e se ha un impatto sulle azioni di Donnarumma. Lo stesso vale ovviamente per i VAR, Oliver e Wood.

Ma nonostante questo difetto e questa posizione irregolare, è il verdetto immediato dell’assistente arbitro – “Robertson’s in line of vision” – cioè, a giudicare dal flusso di comunicazione tra i quattro arbitri, la parte centrale, fondamentale della decisione presa.

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Dopo il gol annullato di Virgil van Dijk contro il Manchester City, Arne Slot lo ha paragonato al gol di John Stones contro i Wolves della scorsa stagione – con l’arbitro Chris Kavanagh responsabile di entrambe le partite

La decisione di escludere il gol scatta subito, Kavanagh viene ridotto al ruolo di passeggero e spetta ai VAR valutare se è stato commesso un errore chiaro ed evidente.

Ma, come Webb giustamente nota nel contesto della “soggettività” delle decisioni relative al fuorigioco, dove un giocatore non gioca la palla, determinare un errore “chiaro ed evidente” su una decisione non fattuale richiederebbe che fosse fissata una soglia straordinariamente alta. In altre parole: dal momento in cui l’assistente arbitro ha chiamato “in linea di visione” non si è più potuto tornare indietro.

Regola 11 – Fuorigioco

Un giocatore in posizione di fuorigioco nel momento in cui viene giocata la palla viene penalizzato solo per interferenza con un avversario:

Impedire a un avversario di giocare o di essere in grado di giocare la palla ostruendo chiaramente la linea visiva dell’avversario o

Sfidare un avversario per la palla o

Tentare chiaramente di giocare una palla che è vicina quando questa azione colpisce un avversario o

Compiere un’azione evidente che incide chiaramente sulla capacità di un avversario di giocare la palla.

Sembra certamente strano che il VAR condanni Robertson affermando che “fa un movimento evidente direttamente” davanti a Donnarumma, quando quell’azione consisteva in realtà in Robertson che si allontanava dalla palla. È inoltre del tutto inconcludente come quell’azione apparentemente dannosa si adatti a una regola, che per intero recita: “compiere un’azione evidente che incida chiaramente sulla capacità di un avversario di giocare la palla”.

Ma qualsiasi difetto nel ragionamento del VAR è reso quasi irrilevante dal primato della decisione sul campo.

Ciò non vuol dire che Webb abbia torto nell’affermare che la decisione di escludere il gol fosse “non irragionevole”. Esistono infatti fondati motivi per non consentirlo.

Ma è anche ragionevole chiedersi se l’obiettivo avrebbe dovuto essere diluito in un verdetto immediato sul fatto che Robertson fosse nella linea di visione e se tale affermazione avrebbe dovuto essere presa da un funzionario molto lontano da quella linea di visione per vedere altrettanto.



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