AI non è un medico, Garante Privacy lancia l’allarme sui rischi

AI non è un medico, Garante Privacy lancia l’allarme sui rischi



Il fenomeno dell’uso dell’intelligenza artificiale generativa per interpretare referti medici come analisi cliniche o radiografie sta crescendo rapidamente, ma porta con sé rischi importanti per la tutela dei dati personali e della salute. È questo il messaggio lanciato dal Garante per la privacyche in una nota recente richiama l’attenzione dei cittadini sui pericoli legati alla condivisione di documenti sanitari sensibili su piattaforme di AI non specificamente progettate come dispositivi medici.

I DETTAGLI

Condividere referti medici online per ottenere diagnosi o interpretazioni automatizzate può comportare due gravi problemiovvero la perdita di controllo sui dati sanitari personali e la possibilità di ricevere risposte non attendibili da sistemi che non sono stati adeguatamente testati, certificati e resi disponibili per scopi medici.

Il Garante invita gli utenti ad agire con cautela e a riflettere prima di caricare esami clinici online, valutando attentamente le informative privacy messe a disposizione dalle varie piattaforme. È fondamentale accertarsi di come verranno trattati i documenti caricati: verranno cancellati dopo l’elaborazione oppure usati per l’addestramento degli algoritmi? La scelta spesso è lasciata agli utenti, ma una valutazione informata è indispensabile per evitare rischi di utilizzo improprio dei dati personali.


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