Un avvocato dell’Indiana, Mark S. Zuckerberg, ha citato in giudizio Meta e il suo celebre omonimo. Accusa Facebook di aver sospeso più volte la sua pagina professionale per errore, scambiandolo per un impostore. Dopo oltre 11.000 dollari spesi in pubblicità, denuncia danni economici e disagi legati al nome.
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