Come è abbastanza chiaro la struttura del racconto è confusa, nonostante la protagonista abbia un obiettivo solo. Entrano poi nella trama altri personaggi dell’Amleto, entra un infermiere del nostro presente, una sequenza di ballo nel presente, un Drago mostruoso pieno di spade conficcate che scaglia fulmini contro i cattivi, una scala per il regno dei cieli (che quello è una specie di Purgatorio, si capisce), personaggi marginali più o meno importanti e ancora non si intravede un intreccio degno di questo nome. Scarlatto è un film ricco e ben prodottoin cui le sequenze dell’aldilà sono in computer grafica coperta da un disegno in 2D e invece quelle della vita in Danimarca della protagonista sono proprio nel classico 2D a mano, ma di tutta questa opulenza non c’è traccia quando si tratta di scrittura.
E dire che tutto quello che interessa a Hosoda in una storia ci sarebbe anche, ed è assurdo che stavolta non riesca a farci nulla. C’è sia il classico tema del doppio, solo che invece di essere un personaggio che è due cose, ci sono due personaggi, Scarlet e l’infermiere, che sono due lati di una stessa medaglia: lei offende e lui cura. C’è il gioco con il tempoin quell’aldilà in cui si mescola tutto e Scarlet sogna di una se stessa futura che balla come in La la terra in una metropoli. C’è il “mondo altro” e il mostro che mostro poi non è ma serve il bene. A mancare come già nel film precedente, Belleè semmai l’introduzione di sentimenti complicati tra i personaggi. Anzi le relazioni sono basiche e semplicissime, e non diventano mai altro come per esempio in Bambini da lupo o Miraiin cui si parte dalla semplicità e si arriva a qualcosa di indefinibile e parole ma molto riconoscibile sullo schermo.
Sony
Scarlatto è una delusione da ogni punto di vista, anche quello dell’immaginario. C’era decisamente da aspettarsi di più dal mondo dei morti di Hosodache usa i personaggi di Shakespeare (gran senso dell’esotico se sei giapponese) e le iscrizioni che citano Dante (in italiano!) ma è tutto molto misero nella fantasia e nella capacità di creare. Come anche il reparto musicale (che almeno in Belle era di alto livello). Questo è un film che segue il precedente e cerca di replicarne il grande successo di pubblico, non ha niente di personale e molto di retorico, pomposo e generico.