Allo stesso modo, la parlamentare europea Benedetta Scuderipresente a bordo di una delle imbarcazioni, ha confermato “le radio sono state disturbate” e “è stato rilasciato del materiale urticante sulle imbarcazioni”oltre ai danni strutturali subiti dalla sua barca. Analogamente, Maria Elena Deliaportavoce della flotilla italiana, ha precisato che l’imbarcazione Zefiro “è stata colpita e danneggiata, le è stato distrutto lo strallo di prua, uno dei sostegni dell’albero”. Inoltre, l’attivista statunitense Greg Stoker ha aggiunto un dettaglio particolare: durante l’attacco, i sistemi di comunicazione per le emergenze delle barche sono stati compromessi da comunicazioni che trasmettevano musica del gruppo svedese Abba.
Il governo italiano invia una fregata nell’area coinvolta dagli attacchi
“In merito all’attacco subito nelle scorse ore dalle imbarcazioni della Sumud Flotilla, a bordo delle quali si trovano anche cittadini italiani, condotto mediante l’impiego di droni da parte di autori al momento non identificatinon si può che esprimere la più dura condanna”ha affermato il ministro della Difesa Guido Crosetto. “In democrazia anche le manifestazioni e le forme di protesta devono essere tutelate quando si svolgono nel rispetto delle norme del diritto internazionale e senza ricorso alla violenza”ha aggiunto il ministro che, entrando più nel merito di cosa stia facendo il governo italiano per proteggere i suoi cittadini ha dichiarato di aver “autorizzato l’intervento immediato della fregata multiruolo Fasan della Marina militare, che era in navigazione a nord di Creta, nell’ambito dell’operazione Mare sicuro, che si sta già dirigendo verso l’area per eventuale attività di soccorso”.
Il braccio di ferro diplomatico e legale
La tensione era cresciuta già nella giornata di martedì tra le autorità israeliane e i partecipanti della Global Sumud Flotilla. Il ministero degli Esteri israeliano aveva diffuso un comunicato in cui chiedeva alle imbarcazioni di dirigersi verso Ascalonaporto situato sulla costa meridionale di Israelea pochi chilometri dalla Striscia di Gazaper scaricare gli aiuti umanitari, assicurando che sarebbero poi stati trasferiti nella Striscia di Gaza “in maniera coordinata e pacifica”. La proposta è stata categoricamente rifiutata dagli organizzatori, che hanno denunciato quello che l’attivista brasiliano Tiago Avila ha definito “manipolazione del regime sionista”. Il rifiuto ha scatenato la reazione delle autorità israeliane, che attraverso il ministero degli Esteri hanno minacciato di “prendere le misure necessarie per impedire l’ingresso nella zona di combattimento” e fermare qualsiasi violazione di quello che definiscono un blocco navale legittimo. La dichiarazione israeliana precisa l’impegno a “fare ogni sforzo possibile per garantire la sicurezza dei passeggeri”ma gli eventi della notte successiva hanno dimostrato una realtà operativa molto diversa da quella promessa. Il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Real aveva già presentato nei giorni precedenti un piano d’azione per fermare la flottae aveva definito l’iniziativa come “un tentativo di supportare l’organizzazione terroristica Hamas e calpestare la sovranità israeliana”. La sua proposta prevedeva la detenzione di tutti i partecipanti nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, con l’intenzione di trattarli come terroristi.