La legge stabilisce che i simboli pubblicitari non devono compromettere la sicurezza dei veicoli spazialimentre il Governo russo ha annunciato l’intenzione di definire una serie di tariffe per le inserzioni sugli oggetti spaziali di proprietà federale.
Anche se il Roscosmos non lo ha specificato, è probabile che gli inserzionisti ammessi saranno limitati alla Russia e ai suoi alleati. Qualsiasi annuncio proveniente dall’Occidente violerebbe con tutta probabilità le sanzioni in vigore.
Personalizzare razzi e navicelle con adesivi, loghi o livree speciali è una pratica comune nell’industria spaziale — e particolarmente diffusa in Russia. Di solito questi simboli rappresentano clienti o fornitori, oppure celebrano occasioni speciali, come il 60esimo anniversario del primo volo umano nello spazio, quello effettuato dal cosmonauta sovietico Jurij Gagarin, o l’ottantennale della fine della Seconda guerra mondiale.
La presenza di marchi e sponsor nello spazio è rara, ma non senza precedenti. Nel 2000 la catena di pizzerie statunitense Pizza Hut avrebbe speso circa un milione di dollari per inserire il proprio logo sul fianco del razzo Protonche ha lanciato il modulo Zvezda, una parte fondamentale della Stazione spaziale internazionale.
Negli ultimi anni i mercati commerciali che si rivolgono allo spazio sono cresciuti rapidamente, dalle comunicazioni e dalla banda larga fino alle attività più innovative, come lo spionaggio dei satelliti o la produzione di farmaci in orbita.
La crisi del programma spaziale russo
Ciononostante, il settore della pubblicità spaziale non è mai davvero decollato – ed è improbabile che parta proprio dalla Russia: un’idea avanzata da un istituto scientifico locale per creare inserzioni orbitali visibili dalla Terra fortunatamente non è mai uscita dalla fase concettuale.
Nel frattempo, il programma spaziale di Mosca è in profonda crisi. L’amministratore delegato di Rsc Energia, il principale produttore russo di veicoli spaziali, ha lanciato l’allarme ad agosto, quando ha dichiarato che l’azienda sta faticando a pagare gli stipendi e rispettare le consegne.
“Dobbiamo smettere di mentire a noi stessi e agli altri sulla situazione, e smetterla di convincerci e convincere gli altri che da noi va tutto bene”, ha detto l’ad di Rsc Energia Igor Maltsev.
Commenti come questo sono uno dei pochi spiragli sulle reali condizioni del programma spaziale russo. Forse un paio di milioni di euro — o meglio, qualche centinaio di milioni di rubli — raccolti grazie alle entrate pubblicitarie potranno garantire che almeno una parte dei lavoratori nel settore riceva lo stipendio, ammesso che il denaro non finisca prima nelle tasche sbagliate.
Questo articolo è apparso originariamente su Ars Tecnica.