1
Rientrato nel ruolo di co-direttore sportivo del Tottenham dopo una lunga sospensione, Fabio Paratici ha rilasciato un’intervista a Cielo Sport Internocon dettagli segnalato by Gianluca Di Marzio.
Paratici ha espresso profonda gratitudine per il trattamento ricevuto dal club londinese durante la sua forzata assenza, e ha anche illustrato la sua filosofia sul rapporto tra direttore e allenatore, confermando il suo totale appoggio a Thomas Frank.
La fede incrollabile del Tottenham
Paratici ha parlato apertamente della difficoltà personale della situazione derivante dal suo precedente mandato alla Juventus, sfociato in una squalifica prolungata. Ha sottolineato come la dirigenza del Tottenham abbia fornito un supporto psicologico fondamentale, assicurandosi che non si sentisse mai isolato o giudicato.
“Mi hanno fatto sentire davvero a casa”, ha affermato Paratici. “Sono arrivato a giugno 2021, poi a novembre, c’è stata questa questione molto, molto intensa. E non è facile: sei in un posto dove ti conoscono solo parzialmente e hai paura che ti giudichino diversamente. Invece qui non mi hanno mai giudicato ma mi hanno sempre sostenuto e aiutato”.
Ha sottolineato la mancanza di scetticismo da parte della dirigenza del club, sottolineando: “Non c’è mai stato un momento in cui ho avuto dubbi su di me.” Paratici ha scelto di restare al club come consulente per rispetto del Tottenham, che “non c’entra niente con quanto accaduto”, prima di riprendere ufficialmente tutte le sue funzioni allo scadere della squalifica. “Devo ringraziare tutti”, ha concluso.
Approvazione totale della visione di Thomas Frank
Parlando del rapporto tra direttore sportivo e allenatore, Paratici ha articolato una filosofia di totale impegno verso la visione dell’allenatore. Ha citato specificamente il suo completo allineamento con l’attuale allenatore del Tottenham, Thomas Frank, sottolineando l’importanza che il regista subordini le proprie idee a quelle dell’allenatore scelto.
“Credo ciecamente nel rapporto regista-allenatore”, ha affermato Paratici. “Da dirigente devi quasi annullare le tue idee calcistiche per abbracciare quelle dell’allenatore che hai. Il mio calcio, oggi, è quello di Thomas Frank”.
Ha sottolineato che il compito del regista è quello di abilitare l’allenatore, non di sfidarlo: “Il management deve sostenerli e sopportarli in ciò che ritiene sia giusto per loro. Noi siamo lì per aiutarli, non per metterli in discussione. Il ruolo del dirigente è fondamentale perché deve garantire che tutto funzioni bene. Deve mettere tutti nelle migliori condizioni possibili per esibirsi ad alto livello”.
Kaustubh Pandey I GIFN
