Recensioni online, nessuno pensa che le regole ideate per mettere fine a quelle false in Italia funzioneranno. E c’è più di un motivo

Recensioni online, nessuno pensa che le regole ideate per mettere fine a quelle false in Italia funzioneranno. E c’è più di un motivo


Si fa sempre più aspro il dibattito sulla revisione delle regole in materia di recensioni online prevista nell’ambito del disegno di legge annuale per le piccole e medie imprese (il ddl Pmi). Numerose le questioni che stanno facendo discutere: il tempo massimo per pubblicare una recensione (fissato a 30 giorni); il “perimetro” dei soggetti che possono esprimere il loro parereristretto a coloro che hanno effettivamente usufruito di prestazioni o servizi e che dovranno dimostrarlo attraverso documentazione fiscale (scontrini, ricevute o fatture); il limite massimo di due anni per considerare una recensione “affidabile”.

Le ragioni del no

Dopo le false recensioni anche i falsi scontrini?

L’obiettivo dichiarato della misura è ridurre al minimo le false recensioni e favorire la trasparenza a tutela dei consumatori e degli operatori del settore del commercio e del turismo. C’è chi sostiene però che le misure così come concepite non solo non sortirebbero il risultato desiderato ma addirittura innescherebbero l’effetto boomerang.

In audizione in commissione Attività produttive alla Camera Diego Ciulli, responsabile affari istituzionali Google Italia, ha smontato di fatto tutto l’impianto definendo alcuni passaggi addirittura “clamorosi” e auspicando che siano “frutto di errori materiali” correggibili. “Ci sono almeno tre grandi ambiti di criticità che porto all’attenzione della commissione, perché spero siano frutto di errore materiale e quindi di possibile correzione con un nuovo passaggio parlamentare in fase applicativa“, la posizione del portavoce di Google.

Per Ciulli, “questa norma, duole dirlo, al di là delle intenzioni sicuramente buone, fa molto poco contro il contrasto delle recensioni false e anzi dà nuovi strumenti ai falsari per distribuire recensioni false e allo stesso tempo crea problemi, limita la libertà di espressione e la possibilità delle persone di condividere le loro esperienze in rete”. E secondo Ciulli la novità “più clamorosa è l’obbligo di allegare lo scontrino fiscale per dimostrare che una recensione è vera. Credo che nessuno di noi conservi per settimane gli scontrini fiscali dei ristoranti in cui va. È chiaro che, ancora una volta, si dà uno strumento ai soggetti poco avvezzi alle critiche per chiedere a un utente di dimostrare che è stato al ristorante”.

Il manager ha acceso i riflettori, su un fenomeno, quello delle recensioni online, dietro cui ci sono “organizzazioni strutturate e tecnologicamente avanzate, che dietro commissione inondano le piattaforme di recensioni volte talvolta a esaltare il proprio cliente, talvolta a denigrarne i competitor”. Un fenomeno “massiccio” al punto che l’unico Google – ha detto Ciulli dati alla mano – ne ha rimosse lo scorso anno 240 milioni in tutto il mondo.Nell’85% dei casi prima che chiunque le vedesse, grazie a strumenti di intelligenza artificiale”, ha precisato il manager. E certamente i contraffattori non si farebbero spaventare dalla nuova norma. “Oltre a produrre recensioni false, inizierebbero a produrre scontrini falsi”, le parole di Ciulli.

Cancellare le recensioni non serve, servono sanzioni

Chiede di aggiustare il tiro anche l’associazione dei consumatori Udicon.Riguardo la cancellazione automatica dopo due anni, proponiamo di rendere ben visibile l’anzianità della recensione, senza trasformarla automaticamente in un contenuto da cancellare”, ha detto il vicepresidente Fabrizio Cilibertoin audizione alla Camera. E ha poi aggiunto: “Definire non lecita una recensione autentica solo perché risalente a più di due anni rischia di produrre rimozioni indiscriminate e di disorientare i consumatori. Occorrono motivazioni obbligatorie per le richieste di rimozione delle recensioni, tracciabilità delle segnalazioni, intervento di un soggetto terzo nei casi seriali e sanzioni in caso di abusi. Tra i segnalatori attendibili devono rientrare anche le associazioni dei consumatori, che sono le prime a raccogliere le segnalazioni dei cittadini su recensioni sospette”.

Le recensioni leva di marketing per le imprese del turismo

Intanto Netcomm, la Coalition for Trusted Reviews, Eu Travel Tech, Altroconsumo (parte del Gruppo Euroconsumers) e Codacons hanno inviato una lettera ai ministri del Turismo e delle Imprese e Made in Italy in cui si esprime seria preoccupazione sulle nuove norme.



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