Alessandro Barbero ci racconta il suo San Francesco: “Tutti credono di conoscerlo ma ogni epoca l’ha immaginato a modo suo”

Alessandro Barbero ci racconta il suo San Francesco: “Tutti credono di conoscerlo ma ogni epoca l’ha immaginato a modo suo”


Se dobbiamo proprio arrenderci all’uso giornalistico e impiegare acriticamente l’espressione “fake news” non nel suo senso proprio, di falsa notizia creata ad arte per scopi politici, ma come un generico sinonimo di tante cose diverse per cui avevamo già tante belle parole che non sono proprio equivalenti, miti, leggende, favole, bugie, invenzioni, bufale, be’, chiamiamola fake news. Ma io la chiamerei piuttosto una bella leggenda.

Tra i tanti movimenti che hanno cercato di appropriarsi della figura francescana c’è stato anche il fascismo, e anche oggi sembra circondato da molti sentimenti nostalgici: perché è così appetibile o così facile fare proprio questo personaggio?

È appetibile perché, appunto, Francesco lo conoscono e lo amano un po’ tutti. Se sia tanto facile non so, ma certo Francesco ha avuto un’esperienza così complessa e ricca di eventi che cercando bene si trova sempre qualcosa…

San Francesco, come ricorda anche lei, è spesso visto come icona pacifista, animalista, ambientalista, pauperista, difensore delle donne: possiamo dire un po’ provocatoriamente che non fu nessuna di queste cose?

Beh, pauperista direi di sì, la certezza che dei poveri è il regno dei Cieli e che il vero cristiano non deve sentirsi superiore ai poveri e ai miserabili ce l’aveva eccome. Gli altri aspetti sono appunto la dimostrazione di come ogni epoca abbia trovato in Francesco qualcosa che le parlava e che rispondeva ai suoi sentimenti: nella sua vicenda storica ci sono agganci concreti per associare Francesco alla pace, al dialogo interconfessionale o alla difesa degli animali, salvo avere ben chiaro che tutte queste cose si collocavano in un contesto diverso, per cui ad esempio negli animali Francesco vedeva l’impronta del Dio creatore.

Questo complesso lavoro di ricostruzione quanto può aiutarci a orientarci e tenere la barra dritta in un momento come quello attuale in cui si parla molto di indipendenza degli intellettuali e di libertà di espressione, in mezzo a discorsi di censura e politicamente corretto?

Ogni libro di storia, quale che sia il suo contenuto, serve sempre a due cose: a farci toccare con mano di quante cose sono capaci gli esseri umani, nel bene e nel male, e a insegnarci che di qualsiasi informazione dobbiamo chiederci quale sia la fonte, chi ce l’ha data, e che intenzioni aveva nel farlo.



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