Nel Regno Unito spunta una tassa sulle auto elettriche per colmare le perdite derivanti dalle accise sulla benzina

Nel Regno Unito spunta una tassa sulle auto elettriche per colmare le perdite derivanti dalle accise sulla benzina


Londra vuole introdurre una tassa sulle auto elettriche in modo da equipararle fiscalmente ai modelli con motori a combustione interna. Una novità legislativa che sembra destinata a garantire la sopravvivenza – almeno spirituale – del balzello più detestato dagli automobilisti: le accise sul carburante fossile. Sembra quindi che anche nel “nuovo mondo”, quello della transizione ecologica, i governi europei vogliamo replicare schemi che si sperava potessimo lasciarci alle spalle in un contesto di trasporto senza petrolio.

La tassa sulle auto elettriche prodotto nel Regno Unito

No, le accise non colpiscono chi inquina di più

Chiariamo anzitutto un aspetto importante: nonostante molti governi (questa tassa infatti non è un unico italiano) abbiano provato a sostenere che le accise rispondano al principio “più inquini, più paghi”questo è vero solo in parte. Due auto di annate differenti, come una vecchia e inquinante berlina e una più recente e piccola city car, alla pompa pagano in realtà il medesimo balzello. Già da questa prospettiva si intuisce che paga di più chi consuma più carburante e non chi emette più emissioni inquinanti.

L’ulteriore riprova arriva ora dal governo britannico con la scelta, ufficializzata dalla nota rivista inglese del settore Automobiledi iniziare a tassare le auto elettriche in base ai chilometri percorsi. Il motivo? L’esecutivo guidato da Keir Starmer si è “accorto” che se le vetture elettriche dovessero prendere piede verrebbe meno il gettito fiscale garantito dalle accise sui carburanti. Serve insomma un correttivo, con buona pace dei sostegni rivolti alla mobilità a zero emissioni.

A quanto ammonta la tassa sulle auto elettriche

La notizia era stata originariamente rivelata per errore nelle passate settimane con la divulgazione di documenti pubblicati dall’Ufficio per la responsabilità del bilancioma solo nelle ultime ore è arrivata l’ufficialità di Westminster.

L’imposta farà parte della legge di bilancio che il governo dovrà varare a breve, ma non entrerà in vigore prima della primavera del 2028. Se resterà invariata, è fissata a 3 penny (0,034 euro) per miglio (circa 1,6 chilometro) percorso con un veicolo elettrico e a 1,5 penny (0,017 euro) per miglio percorso con un veicolo ibrido plug-in. Le auto elettriche pagheranno più dei veicoli a doppia propulsione, ma solo perché questi ultimi sono già assoggettati alle accise sui carburanti tradizionali.

Così l’esecutivo giustifica il balzello sulle vetture a batteria

Curiosa anche la giustificazione addotta dal cancelliere dello Scacchiere (equivalente del nostro ministro all’Economia) Rachel Reeves che, intervenendo alla Camera dei Comuni, ha affermato: “Poiché tutte le automobili contribuiscono all’usura delle nostre strade, farò in modo che gli automobilisti siano tassati in base a quanto guidanonon solo in base al tipo di auto che utilizzano”. Una dichiarazione che lascia intendere la destinazione delle cifre che verranno incamerate: il fondo per la manutenzione stradale che proprio il governo di Keir Starmer ha promesso di raddoppiare “nel corso di questa legislatura”.

Quanto spera di incassare il governo britannico

I ragionieri al servizio del governo britannico hanno però difficoltà a stimare i benefici diretti del nuovo balzello che finirà per gravare sulle auto a batteria. In linea teorica, si legge nei documenti, nelle casse del Regno Unito dovrebbero finire 1,1 miliardi di sterline (1,26 miliardi di euro) nell’anno fiscale 2028-29, destinati al raddoppio o poco meno (1,9 miliardi di sterline, ovvero 2,18 miliardi di euro al cambio attuale) entro l’inizio della prossima decade.



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