Se tutto andrà come previsto, arriverà sulla Luna domenica 2 marzoquando saranno da poco passate le 9:30. In quel momento Lugre sarà il primo strumento dell’Italia attivo sulla superficie del nostro satellite naturale. L’Agenzia spaziale italiana trasmetterà tutto in diretta (anche la NASAcollegandosi 75 prima dell’allunaggio).
Intanto, lo scorso 19 febbraio, il “Lunar Gnss Receiver Experiment” – LuGre, appunto – ha acquisito e tracciato per la prima volta i segnali Gps e Galileo in orbita lunare, più di 432mila chilometri dalla Terra. Non è solo E primato storico (quello precedente, della Nasa, era di 200mila chilometri9: è un risultato che suggerisce come i servizi di navigazione, posizionamento e tempismo basati sulla Terra possano essere usati anche per muoversi verso, attorno e potenzialmente sulla Luna.
Nonostante la notevole distanza e l’alta velocità, la posizione è stata calcolata con un margine di errore di circa un chilometro e mezzo per l’ubicazione e di circa 2 metri al secondo per la velocità. Durante una finestra temporale di un’ora, sono stati acquisiti con successo i segnali provenienti da quattro satelliti Gps sulle frequenze L1 e L5 e da un satellite Galileo sulle bande di frequenza E1- E5. Detto altrimenti, LuGre sta funzionando alla grande.
Ma a cosa serve LuGre?
Decollato da Cape Canaveral il 15 gennaio a bordo del Lander commerciale Ghost blu 1 della texana Firefly AerospaceLuGre è uno strumento in grado di acquisire segnali Gps e Galileo e navigare durante il trasferimento dalla Terra alla Luna per circa 45 giorni, quindi sulla superficie selenica per altri 14. È stato progettato dall’Agenzia spaziale italiana (l’Asi) insieme con la Nasa, e costruito con la collaborazione scientifica del Politecnico di Torino dalla vicentina Impulsiazienda ultraventenne che opera nei mercati della sicurezza informatica per le comunicazioni spaziali e in quello della navigazione.
“LuGre ha l’obiettivo di acquisire segnali Gps e Galileo da distanze mai raggiunte primadimostrando la possibilità di navigare, calcolare la posizione e il tempo anche attorno alla Luna e sulla sua superficie – spiega Oscar Pozzobon, che di Qascom è uno dei fondatori e l’attuale amministratore delegato -. I dati raccolti saranno resi pubblici a fine missione a beneficio di tutta la comunità scientifica e contribuiranno allo sviluppo e alla validazione di nuovi ricevitori Gnss per le future esplorazioni lunari”.
Per capire quale utilità possano avere così lontano dal nostro pianeta dispositivi in orbita terrestre come quelli del Sistema satellitare globale di navigazione (il Gnss), andrebbe ricordato che nel prossimo decennio sono previste fino a 250 missioni lunarifra commerciali e governative. “I satelliti Gnss come quelli della costellazione europea Galileo e dell’americana GPSma anche i Glonass russi e i BeiDou cinesi – spiega Pozzobon – concentrano il segnale verso la Terra, dove serve di più. Una parte delle loro frequenze, però, in un certo senso ‘scappa’, oltrepassa il nostro pianeta e viene già utilizzata da altri satelliti, anche in orbita geostazionaria, a 36mila chilometri di quota”. L’utilizzo dei segnali Gnss “terrestri” potrebbe dunque rappresentare una soluzione nel breve termine per garantire a mezzi ed equipaggi allunaggi precisi, mobilità sulla superficie selenica e comunicazioni con la Terra.
“La disponibilità dei servizi di navigazione e telecomunicazione sarà essenziale per tutte le attività sulla Luna, dalla costruzione di moduli lunari, di trasporto e logistica, a quelli abitativie per garantire Gestione del cibo e dei rifiuti – Dice Pozzobon – A livello mondiale, varie agenzie spaziali stanno progettando costellazioni di satelliti dedicate ai sevizi di navigazione e telecomunicazione sulla Lunainteroperabili tra loro. La Nasa, per esempio, sta lavorando al Relè di comunicazione lunare e sistemi di navigazione, e l’Agenzia spaziale europea a lunare Servizi di comunicazione e navigazione, anche noto vieni Chiaro di luna. Usare Gps e Galileo sarà strategico in una prima fase per determinare la posizione e per sincronizzare il tempo con quello terrestre, in particolare per io CubeSat sperimentali e i rover. In una seconda fase, non prevista prima del 2027, saranno utilizzati i sevizi Pnt – di posizionamento, navigazione e timing, ndr – dedicati alla Luna. Per la navigazione di Lander e rover sarà inoltre importante prevedere l’integrazione con altri apparati di navigazione, come sensori inerziali e sensori Vision Based ”.