Il PM italiano Meloni sbatte il vandalismo nel sito del massacro della Seconda Guerra Mondiale

Il PM italiano Meloni sbatte il vandalismo nel sito del massacro della Seconda Guerra Mondiale



Il monumento a Basovizza, vicino a Trieste, onora migliaia di italiani uccisi dai combattenti di resistenza jugoslava nei massacri di Foibe, così chiamati perché le vittime venivano spesso gettate in profonde doline conosciute come “foibe”.

“Insultare Basovizza con iscrizioni ripugnanti che ricordano pagine drammatiche della nostra storia non è solo quello di calpestare la memoria dei martiri della foibe ma offendere l’intera nazione”, ha detto Meloni.

È stato “un atto di gravità senza precedenti, che non può essere impunita”, ha detto in una nota.

Mentre la maggior parte dei “foibe” erano doline, la Basovizza foiba era una miniera.

I massacri sono una fonte di contesa in Italia. Sono commemorati dal diritto, che ha tentato di equiparare gli omicidi di massa degli italiani da parte degli antifascisti guidati dai comunisti all’Olocausto.

Le frasi serbe scarabocchiate in rosso sul terreno fuori dal monumento durante la notte tra venerdì e sabato recitavano: “Morte al fascismo, libertà per i popoli”, secondo i media italiani.

Nei decenni successivi alla guerra, i tentativi dell’Italia di girare la pagina sulla sua storia fascista e i crimini commessi dalle sue stesse forze in Jugoslavia, significavano che i massacri di Foibe erano in gran parte minimizzati.

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Fu solo nel 2004 che il governo di destra del Primo Ministro Silvio Berlusconi stabilì una giornata nazionale di ricordo il 10 febbraio.

Il governo a dura prova di Meloni ha particolarmente abbracciato l’evento.



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