Tesla ha subito la prima sconfitta giudiziaria significativa legata al suo sistema di guida assistita Autopilot. Venerdì 1 agosto 2025, una giuria federale di Miami ha stabilito che l’azienda di Elon Musk dovrà versare complessivamente 243 milioni di dollari per un incidente mortale avvenuto nel 2019 in Florida, quando una Tesla Model S in modalità Autopilot ha investito e ucciso una ventitreenne, e ferito gravemente il suo fidanzato.
Il tribunale federale di Miami ha assegnato ai querelanti un risarcimento totale di 329 milioni di dollari, di cui Tesla dovrà versare il 33%, essendo stata ritenuta responsabile per quella percentuale dell’incidente. Il caso è il primo a portare in tribunale una morte connessa all’Autopilot senza una soluzione extragiudiziale, e potrebbe influenzare le discussioni sulle tecnologie di guida assistita e il loro inquadramento normativo.
La tecnologia Autopilot e la dinamica dell’incidente
L’Autopilot di Tesla è un sistema avanzato di assistenza alla guida (Sistema avanzato di assistenza alla guidaAdas) introdotto nell’ottobre 2014 sui veicoli Model S e successivamente esteso a tutti i modelli dal 2019. Il sistema utilizza telecamere esterne, sensori ultrasonici e processori per fornire funzionalità come il mantenimento della corsia, il controllo automatico della velocità e il cambio di corsia. Dal punto di vista tecnico, l’Autopilot è classificato come tecnologia di Livello 2 secondo la scala Sae (Society of Automotive Engineers), che definisce sei livelli di automazione da 0 (nessuna) a 5 (completa). Al Livello 2, il veicolo può assistere simultaneamente con accelerazione, frenata e sterzo, ma richiede sempre la supervisione attiva del conducente, diversamente dai robotaxi di Livello 4 — come quelli impiegati da Waymo o recentemente anche da Tesla — possono operare senza conducente, ma solo in aree circoscritte.
L’incidente è avvenuto il 25 aprile 2019 lungo la Card Sound Road, nei pressi di Key Largo, in Florida, quando il conducente di una Tesla Model S, con l’Autopilota attivato, si è chinato per raccogliere il telefono cadutoperdendo temporaneamente di vista la strada. L’auto, che procedeva a oltre 96 chilometri orari, ha attraversato un incrocio segnalato da uno stop e da un semaforo rosso lampeggiante senza rallentare, andando a scontrarsi con una Chevrolet Tahoe parcheggiata. Nell’impatto è morta sul colpo una giovane donna che si trovava accanto al veicolo e il suo compagno ha riportato lesioni permanenti.
I legali delle famiglie hanno citato in giudizio Teslaaccusando l’azienda di aver pubblicizzato in modo fuorviante l’Autopilot, facendo leva su dichiarazioni di Elon Musk e video promozionali che ne mostravano capacità superiori a quelle effettive. Inoltre, secondo l’accusa, Tesla avrebbe progettato il sistema per l’uso su autostrade a controllo accessi, ma lo avrebbe reso disponibile senza restrizioni anche su strade non adatte.
Il processo e le sue conseguenze
Tesla ha respinto tutte le accuse sostenendo che il conducente era l’unico responsabile dell’incidente perché aveva violato le istruzioni del manuale che richiedevano attenzione costante alla stradainfatti nel momento dell’impatto stava accelerando con il piede sul pedale mentre cercava il telefono, comportamento che aveva di fatto disattivato l’Autopilot. L’azienda ha argomentato che nessuna automobile nel 2019 avrebbe potuto prevenire un incidente di quel tipo e che il sistema aveva funzionato correttamente fino a quando il conducente non aveva smesso di supervisionarlo. Tuttavia, la giuria federale di Miami ha stabilito una responsabilità condivisa: Tesla è stata ritenuta responsabile al 33% dell’incidente per aver immesso sul mercato un veicolo con un difetto, il conducente al restante 67% per il suo comportamento negligente.
Il verdetto ha previsto un risarcimento totale di 329 milioni di dollari suddiviso in 129 milioni di danni compensatori (di cui Tesla pagherà 43 milioni, pari al 33% della sua responsabilità) e 200 milioni di danni punitivi interamente a carico dell’azienda. I danni punitivi sono stati assegnati perché la giuria ha ritenuto che Tesla abbia agito con negligenza grave nel permettere l’uso dell’Autopilot su strade per cui non era progettatononostante fosse consapevole dei rischi.
Tesla ha immediatamente annunciato appello definendo il verdetto “sbagliato” e ribadendo che l’incidente era dovuto esclusivamente al comportamento del conducente. Il verdetto arriva nel contesto delle indagini della National Highway Traffic Safety Administrationche ha già costretto Tesla a richiamare oltre 2 milioni di veicoli per migliorare il monitoraggio del conducente dopo aver identificato centinaia di incidenti legati all’Autopilot.