Anche lo stomaco ha un “cervello” che influenza la salute mentale

Anche lo stomaco ha un “cervello” che influenza la salute mentale


Con i suoi oltre 100 milioni di neuronipiù di quelli contenuti nel midollo spinaleil sistema nervoso dello stomacoquello che controlla l’apparato digerente, è spesso definito “secondo cervello”. Oggi sappiamo che è in stretta connessione con il sistema nervoso centralema può anche operare in modo relativamente indipendente da esso.

Un gruppo di ricercatori della Aarhus UniversityIn Danimarcaha appena scoperto una caratteristica molto interessante dell’interazione tra il “secondo cervello” dello stomaco e quello “primario” contenuto nella scatola cranica. In particolare, spiegano gli scienziati sulle pagine della rivista Natura salute mentalel’attivazione di una connessione troppo forte – o, per essere più precisi, troppo sincronizzata – può essere l’indicatore di un deterioramento della salute mentalesoprattutto rispetto a disturbi come ansia, depressione e stress.

I risultati della ricerca

Un legame indissolubile

L’esistenza di un’intima e forte connessione tra cervello e pancia è ormai stata acclarata da tempo dalla comunità scientifica. Si tratta di una comunicazione fatta di segnali biochimici ed elettrici molto più diretti e profondi di quanto si possa immaginare, per definire la quale è stato addirittura coniato un nuovo termine, il cosiddetto psicobiomaa indicare l’interazione tra microbioma (l’insieme di batteri che vivono nell’apparato digerente – migliaia di specie diverse, per un totale di circa 20 milioni di geni) e sistema nervoso centrale.

Sappiamo bene ormai, per esempio, che le sostanze secrete dai microbi entrano in circolo nei vasi sanguigni e raggiungono direttamente il cervello; che sono in grado di stimolare il nervo vago; che attivano le cellule microendocrine del rivestimento intestinale; che inviano ormoni in tutto il corpo; che influenzano le cellule del sistema immunitario e possono innescare stati infiammatori che possono colpire il cervello. Si tratta, insomma, di un meccanismo d’azione che agisce su più fronti e che per la maggior parte è ancora sconosciuto: e l’ipotesi, corroborata dallo studio appena pubblicato, è che questo psicobioma potrebbe avere effetti sul nostro comportamento, sul nostro stato di benessere generale e addirittura sulla nostra salute mentale.

Andare all’unisono

A fronte di un corpus ormai imponente di ricerche sulla connessione pancia-cervello, una questione finora meno indagata dagli scienziati è quella relativa ai dettagli tra la cosiddetta “attività ritmica” dello stomaco – l’organo è infatti in continua espansione e contrazione, anche quando non trasporta ciboed emette onde bioelettriche ritmiche più o meno ogni 20 secondi – e la salute mentale.

È proprio su questo punto che si sono concentrati gli scienziati dell’ateneo danese. “Il nostro sospetto – ha spiegato Leah Banellisco-responsabile e co-autrice dello studio – è che la connessione tra stomaco e cervello, in termini di sincronizzazione tra attività ritmica enterica e attività cerebrale, possa essere troppo ‘attiva’ nei soggetti sottoposti a stress psicologico”. L’idea che gli scienziati volevano verificare è che le contrazioni ed espansioni dello stomaco fossero effettivamente collegate all’attività cerebrale tramite il nervo vago, e che i cambiamenti in questa sincronizzazione potessero influenzare l’umore, la risposta allo stress e le funzioni cognitive.

L’esperimento

Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno reclutato 243 persone di età compresa tra 18 e 47 anni (sia soggetti sani che con disturbi dell’umore, ansia, depressione, ADHDautismo, insonnia e altri), sottoponendoli a elettrogastrografia (Eeg), un esame che misura il ritmo elettrico dello stomaco, e risonanza magnetica funzionale (Mri) per valutarne l’attività cerebrale a riposo. Tutti i partecipanti hanno risposto a una serie di domande standardizzate per l’autovalutazione della propria salute mentale.



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