Il 14 aprile 2025, il Crypto Token OM crolla del 90% in poche ore, bruciando miliardi di dollari di capitalizzazione. Al centro della vicenda c’è MantraUN Dao (DOrganizzazione autonoma ecentralizzata) che ha trasferito oltre 27 milioni di dollari su Binance (un crypto-exchange), alimentando sospetti di Insider Trading. L’episodio ha riacceso il dibattito su uno degli strumenti più sperimentati del Web3, l’evoluzione di internet incentrata su proprietà digitale, automazione e partecipazione orizzontale .
Cosa sono le dao?
Ma cosa sono le Dao? Si tratta, in sostanza, di organizzazioni autonome e decentralizzate basate su contratto intelligenteossia programmi che eseguono automaticamente istruzioni al verificarsi di determinate condizioni. Gli contratto intelligente girano su una blockchain, un registro distribuito immodificabile. Invece di affidarsi a un management o a un consiglio di amministrazione, le decisioni vengono prese collettivamente dai membri, attraverso meccanismi di voto: un modello che mira a eliminare le strutture gerarchiche tradizionalisostituendole con processi trasparenti, automatizzati e accessibili.
Nata come sperimentazione tecnica, questa forma di governance distribuita ha assunto un ruolo nel coordinamento di risorse e decisioni collettive online. Un fenomeno che pone interrogativi concreti su come potremmo organizzare comunità, capitale e lavoro nel futuro, nel contesto di una rete decentralizzata. Nel quadro del Web3, le Dao rappresentano un laboratorio avanzato. Il punto, oggi, non è se funzionano o meno: è capire dove possono portarci.
I primi esperimenti nel 2016
“Le dao non sostituiscono le istituzioni, ma aprono spazi concreti di sperimentazione in settori come finanza, cultura e innovazione civica. Sono laboratori attivi di governance, non semplici trend tecnologici”, osserva William Nonnis, analista tecnico per la digitalizzazione e l’innovazione alla presidenza del Consiglio dei ministri.
Il termine è diventato noto nel 2016 con la nascita di “The Dao”, uno dei primi esperimenti su Ethereum: l’idea era quella di creare un fondo d’investimento gestito interamente dalla community. In poche settimane furono raccolti oltre 150 milioni di dollari in Eth, la criptovaluta di Ethereum. Il progetto si concluse bruscamente a causa di una vulnerabilità nel codice, sfruttata da un attacco che portò alla perdita di una parte consistente dei fondi. L’episodio causò un forchetta dura della rete Ethereum — una separazione permanente della blockchain in due versioni incompatibili — ma non fermò lo sviluppo dell’idea.