Israele ha attaccato il Qatar nel pomeriggio del 9 settembre. È la prima volta che Tel Aviv prende di mira il paese arabo che si affaccia sul golfo Persico con l’obiettivo di uccidere la delegazione di negoziatori di Hamas che si trovava a Doha, capitale del Qatar, nel tentativo di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il Qatar è uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti nella regione e ha definito l’operazione “vigliacca” oltre che una “palese violazione” del diritto internazionale. Il ministro degli Esteri Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani ha affermato che “l’atteggiamento irresponsabile di Israele non sarà tollerato così come il continuo mettere a repentaglio la sicurezza della regione”.
Nessun leader di Hamas è rimasto ucciso, ma le vittime sono 6
Hamas, dopo alcune ore dall’attacco, ha fatto sapere in una nota che nessun esponente della delegazione è rimasto ucciso anche se le vittime sarebbero sei: “Confermiamo che il nemico (Israele, ndr) ha fallito nel suo tentativo di assassinare i nostri fratelli della delegazione attiva nei negoziati”ma questa mossa rappresenta una conferma del fatto che il governo di Israele “non voglia raggiungere alcun accordo di pace”. Non solo, Hamas ha dichiarato che considera gli Stati Uniti corresponsabili delle aggressioni di Tel Aviv, in Qatar come nei Territori palestinesi occupati.
Dal canto suo, l’esercito israeliano (IDF) aveva precedentemente affermato di aver condotto un’azione mirata a colpire i responsabili del massacro del 7 ottobre 2023 e il gabinetto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si era affrettato a garantire che si è trattata di una operazione – soprannominata “Summit of fire” – sotto il pieno controllo di Tel Aviv: “Israele l’ha condotta e se ne assume piena responsabilità”, si legge nella nota.
