Bayrou aveva scelto di esporsi a questo rischio politico rivendicando che il pericolo maggiore era “non prendere alcun rischio, fare politica come sempre” di fronte alla drammatica situazione del debito francese. Nel suo discorso prima del voto aveva usato toni apocalittici per descrivere la situazione economica, avvertendo che la Francia era “in pericolo di vita” e che il peso del debito era diventato “insopportabile” e rappresentava una minaccia “mortale” per la nazione.
Cosa succede adesso?
Lo tsunami di voti contrari ha travolto Bayrou con 364 no contro 194 sì, una maggioranza schiacciante che comprendeva tutti i partiti di opposizione uniti in un fronte che andava dall’estrema sinistra all’estrema destra. Sono mancati all’appello anche quasi 20 voti dello “zoccolo comune”, i componenti della stessa coalizione di maggioranza, a dimostrazione che nemmeno i partiti che formalmente sostenevano l’esecutivo non erano convinti delle sue politiche.
Il presidente Emmanuel Macron ha categoricamente escluso sia le dimissioni che la convocazione di elezioni anticipate, lasciandosi come unica opzione quella di trovare un quinto primo ministro che sarà nominato nei prossimi giornidopo che si saranno svolte le tradizionali consultazioni con tutti i partiti politici. Secondo le indiscrezioni che circolano negli ambienti dell’Eliseo, i nomi più gettonati sono quelli di Sébastien Lecornuministro della Difesa di 38 anni e fedelissimo di Macron, e dei ministri della Giustizia e delle Finanze.
Intanto le tensioni politiche si intrecciano con quelle sociali: mercoledì 10 settembre il movimento “Blocchiamo tutto”nato sui social come protesta spontanea ispirata ai gilet gialli, organizzerà manifestazioni per “paralizzare” il paese attraverso scioperiboicottaggi dei supermercati, prelievi bancari di massa e azioni di disobbedienza civile. Il movimento ha raccolto il sostegno della sinistra radicale e dei sindacati Cgt e Force Ouvrière, spingendo il ministro dell’Interno Gérald Retailleau a mobilitare 80mila agenti per prevenire disordini. Anche la situazione economica del paese è precaria: venerdì l’agenzia di rating Fitch potrebbe tagliare il rating della Francia, aggravando una crisi già segnata da un debito pubblico che ha superato il 110% del Pil.
Quanti governi sono passati sotto i ponti della Senna
La sequenza del domino parigino inizia con Élisabeth Borneprima donna premier del secondo mandato di Macron, nominata nel maggio 2022 e dimessasi nel gennaio 2024 dopo aver perso il sostegno parlamentare sulla riforma delle pensioni. La Borne, figura tecnica di 63 anni e figura di spicco dell’ala sinistra del macronismo, aveva tentato di portare avanti un programma di riforme sociali ed economiche ma si era scontrata con l’opposizione delle forze di sinistra e di destra che insieme controllavano la maggioranza dell’Assemblea nazionale dopo le elezioni legislative del giugno 2022. Il suo governo è durato un anno e otto mesi, un record di longevità per gli standard del secondo mandato di Macron.