“HONEYDONT” è la targa sulla macchina di Honey O’Donahue, detective privata in un paesino della California. Come Magnum pi. ha il suo nome, o almeno una versione del suo nome, sulla targa. Ed è l’unica cosa divertente di Honey, perché per il resto Margaret Qualley la interpreta con grande serietà. Honey non perde tempo, non ama chiacchierare o intrattenersi, le interessano risolvere casi e la sua vita sessuale. I casi in questione sono per lo più storie di infedeltà ma un incidente stradale strano e sospetto, accende l’interesse di Honey che inizia a indagare, nonostante la polizia derida lei e i suoi vestitini colorati a pois, che stonano con il suo atteggiamento serio ma non con il potere sessuale.
Honey è acuta, decisa e determinata. Ed è lesbica, il film ce lo precisa subito. È un dettaglio importante sia del progetto (è il secondo film con una protagonista lesbica di Ethan Coenche dice di voler fare una trilogia di film criminali lesbici) sia della trama, perché Honey rimorchia molto, ha un grande appetito sessuale. Lo scopriamo sia da alcune prime scene con una sua amante ma soprattutto al bancone di un bar, quando approccia MG Falcone, cioè Aubrey Plaza. È un punto di svolta perché da quel momento in poi qualsiasi scena con Aubrey Plaza reggerà questo film altrimenti troppo blando.
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