Apple sta vivendo un momento delicato e il motivo è presto detto: negli ultimi mesi diversi nomi storici del suo reparto hardware hanno deciso di lasciare l’azienda per unirsi a OpenAI.
La scintilla è arrivata a maggio, quando OpenAI ha annunciato l’acquisizione della startup di design fondata da Jony Ive, il leggendario designer che per anni ha plasmato l’estetica di prodotti come iPhone, iPad e MacBook. L’accordo, interamente in azioni per un valore di 6,5 miliardi di dollari, ha portato Ive dentro OpenAI con l’obiettivo di creare una nuova linea di dispositivi basati sull’intelligenza artificiale. Per molti, è stato il segnale che l’azienda guidata da Sam Altman vuole affermarsi non solo come leader nel software, ma anche nell’hardware.
Da quel momento, il flusso di dipendenti Apple verso OpenAI si è intensificato. A lasciare Cupertino sono stati nomi di primo piano come Tang Tan, veterano di 25 anni e responsabile del product design di iPhone, Cyrus Daniel Irani, direttore della progettazione dell’interfaccia umana, ed Erik de Jong, figura chiave nel team di Apple Watch. L’attrattiva non si limita però ai pacchetti azionari da oltre 1 milione di dollari: i racconti interni parlano di un ambiente più snello, meno gerarchico e soprattutto più entusiasmante, lontano dai “cambiamenti incrementali” che da tempo caratterizzano i prodotti Apple.