Il nuovo capitolo della battaglia politica sull’utilizzo dei nostri cieli è contenuto in una relazione alle Camere su attività e risultati degli investimenti nel settore spaziale e aerospazialepresentata dal Comitato interministeriale per le politiche spaziali e aerospaziali (Comint), presieduto dal ministro delle Imprese, Adolfo Ursoche nei mesi scorsi aveva ipotizzato addirittura la realizzazione di una flotta satellitare interamente “made in Italy”.
Nel documento si legge: “Mentre l’Ue lavora alla costellazione satellitare Iris2la società statunitense SpaceX offre all’Italia i servizi della propria costellazione Starlink; quest’ultima, già disponibile ed in continua evoluzione, è nettamente superiore a Iris2non ancora disponibile, di respiro meno ambizioso. Si pone la questione di una strategia europea per lo Spazio ben armonizzata con quella degli Stati Uniti”.
Insomma, per il governo Meloni, che non ha ancora preso decisioni in merito, l’offerta della società americana sarà nettamente migliore anche quando Iris2 sarà realtà. Una presa di posizione abbastanza netta che riporta all’attualità le voci insistenti che parlano da tempo di una bozza di accordo da 1,5 miliardi di euro tra SpaceX e il governo italianolampadina più volte smentita. C’è da dire che la relazione del Comint non ha un valore vincolantema potrebbe essere usata come cavallo di Troia dall’esecutivo quando sarà presa una decisione in merito. Segna però un netto cambio di posizione del ministro Urso, che nei mesi scorsi sembrava aver frenato su Starlink, dando priorità al progetto di sovranità europea sulle politiche satellitari.
Nelle 37 pagine del documento, che fa il punto sugli investimenti nel settore spaziale e aerospaziale, si legge anche: “Rimane tuttavia aperta la questione del divario di capacità fra la Ue e l’alleato USa, rappresentata con chiarezza da Starlink, e delle correlate opportunità. Queste ultime specialmente in termini delle possibili partnership che possono essere instaurate con l’alleato USa, in esito ad un’attenta valutazione delle opzioni disponibili in termini di alleanze strategiche e nella prospettiva di preservare l’unità e l’efficacia dell’Occidente”.
E ancorea: “Quanto sopra anche alla luce del fatto che – in tutta evidenza – la Ue non potrà prescindere – a parità di prestazioni ed immediatezza delle stesse – da una stretta partnership con gli Usa in settori strategici quali le telecomunicazioni satellitari”. La strategia, nell’immediato, potrebbe quindi essere quella di “appoggiarsi” a Starlink in attesa della piena operatività della flotta satellitare europea e rimandare al 2030 – quando a governare potrebbero esserci altri – un cambio di strategia. Ovviamente tutto dipenderà dal tipo di accordo che verrà eventualmente siglato con la società di Elon Musk, su quanto sarà vincolante rispetto a durata e rescissione.
E il sistema italiano?
“Invece di mandarci relazioni per promuovere le opportunità offerte da Starlinkil ministro Urso dovrebbe spiegare al Parlamento che fine ha fatto lo studio di fattibilità per la costruzione del sistema satellitare italiano ad orbita bassa Mercurio, che lui stesso aveva annunciato per difendersi dall’accusa di essere troppo vicino a Musk. Ad un anno da quando lo studio è stato commissionato non si sa ancora nulla”. A parlare è il deputato del Partito democratico, Andrea Chanceintervenuto durante l’iniziativa European Space Act – verso il voto al Parlamento europeo.
Casu, che ha più volte criticato l’esecutivo per una certa subalternità all’amministrazione Trump, ha poi ribadito: “Il ministro del Made in Italy, invece di promuovere SpaceX, dovrebbe occuparsi di difendere e far crescere l’ecosistema italiano e il peso del nostro Paese nella costruzione del mercato unico delle comunicazioni satellitari europee, indispensabile per non condannare l’intero continente a un futuro da colonia“.