Imprese e investitori hanno inaugurato il Wired Next Fest Trentino 2025 con innovazione, AI ed energia

Imprese e investitori hanno inaugurato il Wired Next Fest Trentino 2025 con innovazione, AI ed energia


Wired Next Fest Trentino 2025 ha acceso i motori giovedì 2 ottobre con una giornata interamente dedicata al futuro delle imprese. La Manifattura Tabacchi, ex opificio austro-ungarico rinato come polo di innovazione sostenibile, ha ospitato Fare Futuro: idee per imprese che scelgono di cambiareevento organizzato da Cablato in collaborazione con Trentino Sviluppo e riservato a startupper, investitori e aziende. Una buona occasione per stringere nuove relazioni, confrontarsi con esperti e avviare collaborazioniin attesa dell’apertura al pubblico del festival prevista per venerdì 3 ottobre quando il festival si diffonderà in varie location della città.

Dopo i saluti istituzionali di Giulia Robolsindaca di Rovereto, Achille Spinelliassessore allo sviluppo economico della Provincia autonoma di Trento, il vicepresidente di Trentino Sviluppo Alberto Ballardini e il presidente di Trentino Marketing Giovanni Batataiiola si sono alternati sul palco Max Calderan, Enrico Bertino, Diego Dimalta, Luca Morena, Dario Brignone, Enrico Pisino e Giulia Pastorella. In serata il programma si è spostato a Progetto Manifattura per Watt è il prossimo?evento sulla transizione energetica organizzato con Speck & Techche ha visto dialogare Simone Angioni ed Elena Crespi.

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L’intelligenza artificiale tra opportunità e vincoli normativi

L’Italia sconta un problema culturale con l’innovazione. Enrico Bertino, co-fondatore e chief AI officer di indigo.ai, uno dei principali player europei nel campo dell’AI generativa per il linguaggio naturale, identifica il collo di bottiglia: le persone fanno più fatica ad adattarsi rispetto alla velocità con cui evolve la tecnologia. “In Italia non siamo abbastanza coraggiosi”osserva confrontando la situazione con Stati Uniti e Cina. Il ritmo dell’innovazione è frenetico: i cambiamenti avvengono su base mensile. L’intelligenza artificiale sta passando dalle interazioni testuali, come quelle con le Chatbota quelle vocali, molto più naturali e immediate. Per le aziende tenere il passo diventa complicato. La partita europea però non è persa: “Siamo bravi a mettere in produzione i progetti, a implementarli in azienda”. Il problema, tuttavia, nasce quando si utilizzano i grandi modelli di AI sviluppati negli Stati Unitispiega Bertino: questi portano con sé pregiudizi culturali e distorsioni proprie del contesto americano. E quando qualcosa va storto, la responsabilità legale ricade comunque sulle aziende europee che li hanno adottati.

Sul tema della responsabilità legale e delle norme europee è intervenuto Diego Dimaltaavvocato specializzato in diritto digitale e co-fondatore di Privacy Network. A suo avviso la presenza di numerose regole non rappresenta una novità: “è sempre stato così con ogni nuova tecnologia”. Nel 90% dei casi, sottolinea, non riguardano direttamente le imprese. Il nodo vero, invece, è la formazione: chi lavora con l’intelligenza artificiale deve essere preparato. Dimalta richiama l’attenzione, piuttosto, su un errore ricorrente delle imprese: “troppo spesso nelle aziende manca una strategia dall’alto, e i singoli dipendenti usano strumenti come Chatgpt sui propri computer senza coordinamento né sicurezza. Non è efficace né sicuro”, avverte l’avvocato. Le norme europee non vietano l’uso dell’AI, obbligano semplicemente a valutare i rischi. Ma senza cultura aziendale adeguata, applicarle diventa impossibile.



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