Le conseguenze post-partita della drammatica vittoria per 3-1 del Napoli sull’Inter si sono riversate immediatamente dal campo alla sala stampa, innescando una classica guerra di parole del calcio italiano. Il conflitto è stato innescato dalla furiosa critica dell’arbitraggio da parte dell’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta, in particolare dal controverso rigore concesso nel primo tempo a Giovanni Di Lorenzo, che ha permesso al Napoli di passare in vantaggio.
Marotta era visibilmente frustrato, denunciando l’incoerenza arbitrale. Ha lamentato la concessione di una “piccola penalità” (rigorino), suggerendo che ciò andava contro lo spirito di una passata direttiva del capo dell’AIA Gianluca Rocchi. Ha detto ai giornalisti, “Rocchi ha detto più volte basta con i piccoli rigori. Cerchiamo chiarezza una volta per tutte. L’episodio ha creato amarezza e rabbia, il condizionamento c’era”.
La decisione di Marotta di parlare apertamente, però, ha scatenato l’immediata e sprezzante ira dell’allenatore del Napoli Antonio Conte. L’ex scudetto dell’Inter ha rilanciato con disprezzo l’attacco alla scelta del portavoce dei vertici interisti, considerando la denuncia una debole scusa indegna di un top club.
Conte ha lanciato uno straordinario scatto personale, affermando: “La differenza tra Napoli e Inter è che loro mandano Marotta o gli altri dirigenti, mentre qui arrivo io. Le grandi squadre non devono creare alibi, io non avrei permesso ai miei dirigenti di farlo”. Il tecnico del Napoli ha ipotizzato che l’intervento di Marotta “sminuisca” l’allenatore dell’Inter, definendolo inappropriato “difesa dell’ufficialità”.
L’allenatore dell’Inter Christian Chivu è stato poi incaricato di difendere il club dall’attacco di Conte. Chivu ha evitato di aggravare il dramma, scegliendo invece di difendere il diritto della leadership del club di parlare apertamente, sottolineando la necessità dei giocatori di rimanere concentrati.
Lo ha detto alla stampa, via TMW: “La società ha il diritto di fare quello che è giusto fare. Come allenatore non mi lamenterò mai, manterrò questo approccio in campo fino alla fine. Devo trasmettere valori ai miei giocatori, che devono pensare solo a giocare”.
Il teso scambio pubblico a tre ha fatto sì che l’attenzione rimanesse fissa sul furioso dibattito sulla coerenza arbitrale e sulla condotta del club, cementando la rivalità come una delle più accese del campionato.
