Ogni parola dietro lo sfogo rabbioso di Antonio Conte dopo la sconfitta del Napoli contro il Bologna

Ogni parola dietro lo sfogo rabbioso di Antonio Conte dopo la sconfitta del Napoli contro il Bologna


L’allenatore del Napoli Antonio Conte ha espresso una valutazione agghiacciante sullo stato attuale della sua squadra dopo l’ultima sconfitta in Serie A contro il Bologna, minacciando di affrontare la gerarchia del club per la mancanza di passione di cui sta assistendo.

Intervenendo nella conferenza stampa post-partita, il notoriamente focoso allenatore non si è tirato indietro, affermando che i continui scarsi risultati della squadra suggeriscono problemi profondi e non tecnici.

Conte ha espresso la sua profonda preoccupazione, soprattutto alla luce del recente successo dello Scudetto, e ha lanciato un duro ultimatum ai suoi giocatori e alla dirigenza.

Ha detto, via TMW: “Certamente Non posso non preoccuparmi perché cinque sconfitte da inizio anno sono troppe per una squadra che veniva etichettata come quella che avrebbe dovuto sfondare il campionato senza fatica. Ha esordito Conte.

L’ex tecnico di Chelsea e Inter ha riservato le parole più dure all’atteggiamento della sua squadra, in particolare dei “veterani”, e ha rivelato di essere intenzionato a forzare uno sgombero o un totale cambiamento psicologico.

“Non voglio accompagnare i morti”, ha dichiarato, segnalando il suo rifiuto di dirigere una squadra priva di motivazione. “Se vogliamo rimetterci in carreggiata e cambiare tendenza, bene, altrimenti tutti devono assumersi le responsabilità, e io sono il primo”.

Conte ha inoltre confermato che cercherà un incontro urgente con i vertici del club per affrontare le problematiche che percepisce nella mentalità della squadra.

“Parlerò con la società di questo aspetto perché sto percependo cose che non mi piacciono” ha affermato.

Il dirigente ha concluso sottolineando che attualmente mancano impegno e cuore, rimarcando che un “compitino” non basta.

“Questo significa che non sto facendo un buon lavoro perché non sono entrato nella testa dei giocatori. Sono il primo responsabile e non so se ci sono le condizioni per cambiare questa situazione perché bisogna lavorare sulla mentalità dei giocatori”.



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