Per lunghi mesi la famiglia di Trentini non ha ricevuto alcuna notizia diretta da parte sua. Gli sono state precluse le chiamate e il console italiano in Venezuela non ha avuto il permesso per visitarlo. Nel gennaio 2024 il suo caso è comparso in una risoluzione della Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh)un organo dell’Organizzazione degli Stati americani (Oas) di cui fa parte anche il Venezuela. Nel testo sono state chieste informazioni sulle condizioni di detenzione del cooperante italiano e a quel punto il Partito Democratico ha sottoposto un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri e – rimarchiamolo – della Cooperazione internazionale, Antonio Tajaniinvocando un intervento urgente su questo dossier.
Le prime telefonate di Trentini
Nei primi mesi di detenzione la famiglia Trentini ha mantenuto massimo riserbo su questa storia. La speranza era quella che un profilo basso potesse aiutare a sbloccare la situazione e portare al suo rilascio, ma a partire dal 2025 è stata cambiata strategia. Il caso Trentini è divenuto di dominio nazionale e internazionale, con campagne social, digiuni a staffetta e prese di posizione a livello politico. Questo con l’obiettivo di aumentare la pressione sul governo venezuelano.
A marzo si è saputo di cosa sarebbe accusato Trentini: cospirazioneun’incriminazione fittizia e spesso usata dal regime venezuelano di Maduro per imprigionare cittadini di origine straniera. Ai servizi segreti italiani non sono risultati contatti tra il cooperante veneziano e l’opposizione politica venezuelana, tanto più che l’uomo era nel paese da poche settimane. Il 15maggio Trentini, per la prima volta e a sei mesi dal suo arresto, ha avuto l’autorizzazione a chiamare la famiglia dal carcere di Il Rodeo I. Ha comunicato di essere in buona salute e di ricevere i farmaci per la patologia di cui soffre, l’ipertensione. Trentini ha potuto telefonare alla famiglia altre due volte: a fine luglio e poi a inizio ottobre, quando “ha raccomandato ai genitori di prendersi cura di loro e ha assicurato di essere forte. Ha voluto ringraziare tutte le persone che gli sono state vicine in questi mesi e ha ribadito il suo affetto per i suoi cari”, come sottolineato in una nota diffusa dalla famiglia e dall’avvocata Ballerini. Poche settimane prima, a fine settembre, l’ambasciatore italiano in Venezuela, Giovanni Umberto De Vitoera riuscito a fare finalmente la prima visita in carcere al cooperante italiano, dicendo di averlo trovato “in buone condizioni, anche se un po’ dimagrito”.
La diplomazia degli ostaggi di Maduro
L’arresto di Alberto Trentini rientra negli intricati meccanismi della diplomazia degli ostaggi del regime venezuelano. I cittadini stranieri vengono utilizzati come arma per ottenere concessioni diplomatiche e la riduzione delle pesanti sanzioni economiche che hanno contribuito a mettere in ginocchio la stabilità del paese, dove la moneta è ormai ridotta a carta straccia e l’85 per cento della popolazione vivo in stato di povertà.
