“Nebbia? Magari fosse nebbia, quello è l’inquinamento in India”. Spiando il finestrino dalla spalla di mio cugino indiano, una ventina di anni fa, atterravo per la prima volta nella capitale, Delhi. Era dicembre e le mattine, oggi come allora, erano avvolte da una coltre fitta e giallognola, che riduce lo sguardo ad una fotografia annatacolor seppia.
Lungi dal migliorare, anno dopo anno la situazione, da pessima si è lentamente trasformata in quella che amici ed esperti definiscono un’apocalisse sanitariacostringendo la popolazione a confrontarsi quotidianamente con un’aria tra le più inquinate al mondo. Tutta la piana indo-gangetica, dalla sacra Varanasi alla scintillante Agra, in questi giorni vive picchi di inquinamento come mostrano le immagini satellitari. Ma è la capitale Delhi ad attrarre l’attenzione globale, per i suoi primati irrespirabili. Da settimane, mesi, 30 milioni di residenti della regione della capitale convivono con la gola che brucia, il naso che cola e gli occhi irritati.
Come l’inquinamento sta soffocando l’India
Questa non è un’emergenza, ma una costante
Mentre le autorità britanniche, canadesi e di Singapore mettono in guardia i propri cittadini dall’inquinamento fuori controllo nella capitale indiana, vale la pena ricordare che questo non è più un fenomeno isolato, né episodico. La coltre insalubre, infatti, cala sulla città ogni anno da decenni, puntuale, con l’arrivo dell’autunno.
“Ancora una volta, è una vera emergenza di sanità pubblica. I livelli di qualità dell’aria restano criticamente bassi, con concentrazioni di polveri sottili diverse volte superiori ai limiti considerati sicuri”, spiega Arunesh Karkunricercatore capo per l’organizzazione indipendente Futuri sostenibili collaborativi. Nello specifico, nei giorni scorsi l’indice della qualità dell’aria s’è avvicinato pericolosamente a quota 500 (per la precisione 471, secondo la app Safar). Già oltre i 300 si parla di alti rischi per la saluto dei cittadini: “Non emerge alcuna tendenza di lungo periodo a miglioramento significativo. E, sebbene Delhi sia al centro dell’attenzione mediatica, la situazione è gravissima anche in altre città, come Mumbai”, aggiunge Karkun.
Quali sono le cause dello smog
Le fonti di inquinamento per la capitale indiana sono molteplici: veicoli, combustione di biomassa, centrali termoelettriche, polveri da costruzione e demolizione, attività industriali. A queste si aggiungono picchi temporanei di inquinamento causati dalla combustione dei residui agricoli e dai fuochi d’artificio durante le festività: basti pensare al caso della festa delle luci, Diwalidello scorso ottobre: i fuochi erano proibiti dal 2020, eppure una (molto discussa) sentenza della Corte suprema ha autorizzato i cosiddetti “fuochi ecologici”. Difficile sapere se davvero tutti i petardi esplosi di massa fossero “sostenibili”, ma la città è volata in cima alla classifica delle metropoli più inquinate al mondo. Poche settimane dopo, i cittadini di Delhi sono scesi in piazza per un mese intero per una rara protesta contro i livelli di inquinamento alle stelle. Le ricadute si fanno, ovviamente, anche politiche. Pochi giorni fa, un gruppo di studenti del collettivo NSUI, vicini al partito di opposizione Congressohanno protestato in pieno centro, vestiti da Babbo Natale e indossando maschere antigas.
