Creare un hub dell’energia in Italia, come procede il piano del governo Meloni

Creare un hub dell’energia in Italia, come procede il piano del governo Meloni


Creare un hub dell’energia in Italia è il sogno di Giorgia Meloni sin dall’inizio del suo governo. A margine della Settimana di sostenibilità di Abu Dhabi del 15 gennaio 2025, la presidente ha presenziato alla firma di un accordo con l’Albania e gli Emirati Arabi Uniti per il trasporto nello Stivale di elettricità prodotta sul territorio albanese da fonti rinnovabili e la creazione di un hub energetico sul territorio nazionale. Il progetto, dal valore stimato in 1 miliardo di europrevede la costruzione di un cavo nel mar Adriatico che collegherà il porto di Valona, nel sud dell’Albania, con la Puglia: il primo ministro albanese Edi Rama ha garantito che l’infrastruttura entrerà in funzione entro tre anni al massimo. Nei lavori sono coinvolte Ternala società che gestisce la rete italiana di trasmissione elettrica, e la compagnia energetica emiratina Taqa.

Questa iniziativa rappresenta un passo tangibile nella direzione di un’interconnessione davvero globaleche si estenda dall’Asia al Golfo, dal Nord Africa all’Europain grado di fornire energia in entrambe le direzioni“, Ha dichiarato Meloni. Il cavo con l’Albania, infatti, oltre a permettere la sostituzione del gas naturale nella generazione elettrica e la riduzione delle emissioniè un tassello del piano dell’esecutivo per rafforzare la rilevanza energetica dell’Italia e posizionarla come hub energetico tra la regione del Mediterraneo e l’Europa settentrionale. L’Italia, infatti, si trova a metà strada tra i paesi produttori di gas e di elettricità rinnovabile e quelli consumatori: l’ambizione del governo Meloni – ma già di Mario Draghi – è di sfruttare questa collocazione per fare della nostra penisola un centro di ricezione e distribuzione dell’energiasia fossile che pulita, tra nord e sud, che renderebbe l’Italia un attore più influente anche a livello politico.

Il memorandum con l’Arabia Saudita e il cavo con la Tunisia

Questo piano, come detto, si compone di varie tessere. Il giorno prima della firma del partneriato negli Emirati ne era stata aggiunta un’altra attraverso il memorandum con l’Arabia Saudita per la cooperazione nei settori delle rinnovabili, dell’idrogenodelle interconnessioni elettriche e della cattura dell’anidride carbonica. “Conosciamo bene il ruolo dell’Arabia Saudita nell’area per promuovere la produzione di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni e dei suoi derivati come l’ammoniaca”, aveva detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto. “Anche per questo l’Italia può essere un punto di ingresso dell’idrogeno e derivati nel mercato europeo molto più vicino, competitivo e strategico di altre alternative sul mare del Nord“.

Parole simili erano state pronunciate, sempre da Pichetto, lo scorso maggio, quando è stato autorizzato l ‘elettrodotto Elmed con la Tunisia per il trasporto di 600 megawatt in corrente continua. La nuova connessione, secondo il ministro, “consentirà al paese, in virtù della sua posizione geografica strategica, di rafforzare il ruolo di hub elettrico in Europa e nell’area mediterranea”, favorendo l’integrazione del mercato comunitario con quelli nordafricani: la Commissione europea ha supportato il progetto con 307 milioni.

Tra gas e idrogeno

Alla Sustainability Week di Abu Dhabi, in merito all’hub dell’energia in Italia, Meloni si era detta “convinta che lo sviluppo delle interconnessioni possa essere la chiave di volta di una nuova diplomazia energeticache sappia moltiplicare le occasioni di cooperazione tra di noi e sia in grado di generare benefici condivisi per tutti“.



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