Osama Najim, noto anche come Almasri, è stato rilasciato e volato in Libia su un aereo aeronautico italiano la scorsa settimana dopo essere stato arrestato a Torino per un mandato di arresto internazionale relativo ad accuse tra cui omicidio, stupro e tortura.
Il tribunale penale internazionale (ICC) ha dichiarato di non essere stato consultato sulla decisione.
Meloni ha detto in a messaggio Inserito sui social media che lei e tre membri del suo governo – il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il sottosegretario per le questioni di intelligence, Alfredo Mantovano – erano sotto inchiesta per presunta aiuto e favorito un crimine e un appropriazione indebita.
Meloni ha affermato che l’Italia aveva rilasciato Najim perché il pertinente mandato della ICC non era stato depositato presso il Ministero della Giustizia italiana, rendendo non valido l’arresto.
“A quel punto, per non lasciarlo libero sul territorio italiano, abbiamo deciso di espellerlo e rimpatriare immediatamente”, ha detto Meloni.
Le parole di Meloni sono arrivate dopo che il ministero degli interni italiano ha dichiarato la scorsa settimana che l’arresto di Najim era “irregolare” ed era stato “rimpatriato a Tripoli per motivi di sicurezza urgente”, citando “la pericolosità dell’argomento”.
La decisione dell’Italia di liberare Najim ha suscitato indignazione tra le forze di opposizione e le ONG come Amnesty International, che ha affermato che l’uomo era colpevole di “orribili violazioni commesse con totale impunità”.
I gruppi internazionali per i diritti umani hanno a lungo condannato abusi nei centri di detenzione libica, tra cui il famigerato Centro Mitiga, di cui Najim è il capo.
I leader dell’opposizione hanno accusato il governo di Meloni di aver rilasciato Najim per proteggere gli accordi contestati con la Libia per arginare la partenza dei migranti dalla costa del paese africano.
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Da quando è entrato al potere, il governo di Meloni ha lavorato a stretto contatto con le autorità libiche della Guardia Costiera, fornendo loro aiuti finanziari e tecnici in cambio di una maggiore cooperazione negli sforzi per bloccare le partenze dei migranti.
Martedì Meloni ha risposto alle accuse nel suo video sui social media.
“Non sarò ricattato, non mi permetterò di essere intimidito, il che potrebbe essere il motivo per cui non sono (…) non piacevole da coloro che non vogliono che l’Italia cambi e migliori”, ha detto.
Il premier italiano ha anche affermato che il caso era guidato da Francesco Lo Voi, lo stesso procuratore che ha indagato sul vice Primo Ministro Matteo Salvini in relazione alle accuse di rapimento dopo aver impedito a 100 migranti di sbarcare da una barca delle ONG nel 2019.
Salvini cosa assolto di tutte le spese il mese scorso.