Inoltre, continua Helper, l’industria cinese beneficia di confini più labili tra il governo, le aziende private e le forze armate.
Il risultato è un ecosistema dell’AI che non è certo identico a quello dell’auto, ma che lo richiama in alcuni elementi. L’automotive cinese ha dimostrato di poter contare su sofisticate reti di ricerca e sulla capacità delle aziende di basarsi sul successo dei predecessoriafferma Kyle Chan, ricercatore post-dottorato alll’Università di Princeton che scrive di politica industriale e climatica cinese. Ne è un esempio Geelyfondata alla fine degli anni Ottanta come azienda di ricambi per frigoriferi prima di convertirsi alle automobili nel 1997. Per i primi quattro anni la società non aveva una licenza per operare in Cina, ma oggi produce 3,3 milioni di veicoli che poi vende a livello internazionale e detiene partecipazioni importanti in Volvo, Polestar e Aston Martin. Insieme alle altre case emerse nello stesso periodo – Chery, Byd, Great wall motor – Geely fa parte della nuova generazione di produttori in Cinache oggi conta circa 100 brand nazionali attivi nel settore.
Allo stesso modo, i documenti di ricerca a cui ha lavorato Deep -Week mostrano che anche i dipendenti della startup sono inseriti nelle stesse reti dei giganti tecnologici cinesi più grandi e affermati, tra cui Bytedance E Baidu. E sembra che la startup abbia reclutato giovani talenti negli stessi rinomati atenei del paese, come l’Università Tsinghua e la Zhejiang.
Fattore velocità
Le case automobilistiche cinesi “hanno costruito sulle fondamenta che c’erano già“, dice Chan, secondo cui “DeepSeek è una delle tante nuove startup che hanno beneficiato di una generazione precedente che ha gettato le basi tecnologiche“. Ma a fronte del numero crescente di talenti nel settore tech – continua il ricercatore – non è detto che solo perché DeepSeek oggi è emersa come la vincitrice nell’AI cinese lo sarà anche l’anno prossimo, o anche solo tra un mese.
La differenza principale tra l’ascesa dell’industria dell’auto cinese e quella dell’AI è ovviamente la velocità. Le catene di approvvigionamento nel comparto automobilistico sono globali e complesse, e per costruirle è stato necessario mettere insieme non solo nuovi software ma anche minerali per le batterie e le capacità per lavorarli, oltre a fornitori di componenti e fabbriche. Quindi forse non c’è da sorprendersi: le aziende cinesi hanno impiegato molti anni per sviluppare una tecnologia nazionale in grado di dare filo da torcere agli altri paesi. Come osserva Mazzocco, “è stato un treno lento“.
IO modelli linguistici di grandi dimensioni della Cina invece sono emersi molto rapidamente. “Ora tutto è compresso. Sta succedendo molto più velocemente“, commenta Chan. La lezione più importante a livello globale, insomma, sembra essere che tutti dovrebbero iniziare a prestare maggiore attenzione alla Cina.
Questo articolo è apparso originariamente Siduciti.