Un gruppo di scienziati dell’Università di Bonn, in collaborazione con colleghi di Praga e Nanchino, ha messo in discussione la forza del fondo cosmico a microonde (CMB), quel bagliore residuo del Big Bang che da sempre rappresenta l’evidenza più solida del nostro modello cosmologico. I loro calcoli indicano che la luminosità di questo “bagliore cosmico” potrebbe essere sovrastimata, aprendo possibilità alternative alla spiegazione tradizionale.
Secondo il modello corrente, l’universo ha avuto inizio 13,8 miliardi di anni fa. Dopo la “ricombinazione”, quando elettroni e protoni si sono uniti per formare atomi neutri 380 000 anni post‑Big Bang, la radiazione ha cominciato il suo viaggio attraverso lo spazio. A oggi, quei fotoni costituiscono il CMB, la testimonianza vivente dell’alba cosmica.
Il punto di svolta arriva dall’analisi delle galassie ellittiche primordiali – veri e propri colossi con centinaia di miliardi di stelle – che si formarono rapidamente, in poche centinaia di milioni di anni. Fabrizio Kroupa dell’Università di Bonn (e Università Carolina di Praga) e la ricercatrice Eda Gjergo di Nanchino hanno calcolato che l’intensa attività nucleare di queste galassie avrebbe generato una luminosità elevatissima. Tale radiazione, secondo i loro modelli, non solo è ancora misurabile oggi, ma potrebbe essere responsabile di almeno l’1,4 % (e forse di gran parte) del CMB che osserviamo.