L’universo della robotica sta compiendo passi da gigante per avvicinarsi sempre di più alle capacità umane, sviluppando macchine in grado non solo di eseguire compiti, ma anche di "sentire" il mondo che le circonda. In questa direzione si inserisce un progetto particolarmente affascinante sviluppato da un team di studenti della USC Viterbi, guidato dal professore di informatica Daniel Seita. Il risultato del loro lavoro è la MOTIF Hand, una mano robotica progettata per interagire con l’ambiente in un modo sorprendentemente simile a quello umanograzie a una serie di sensori che le permettono di percepire forza, temperatura e movimento.
A differenza dei tradizionali bracci meccanici, spesso limitati a un singolo tipo di input, Il modello di mano multimodale èovvero capace di raccogliere e processare simultaneamente diverse tipologie di dati sensoriali. Questa caratteristica le consente di reagire in maniera più naturale e intuitiva a situazioni che sarebbero complesse da automatizzare. Pensiamo a quanto sia difficile per una macchina capire quanta pressione esercitare per sollevare un oggetto fragile o come evitare una superficie rovente. L’ispirazione alla base di questo progetto è proprio il modo in cui noi esseri umani apprendiamo fin da piccoli a calibrare la forza e a riconoscere i pericoli, come una padella calda sul fuoco.
Una delle innovazioni più interessanti è la sua capacità di rilevare il calore senza alcun contatto fisico. La mano robotica, infatti, è dotata di una termocamera a infrarossi integrata nel palmo, che le conferisce una sorta di "visione termica". Avvicinando il palmo a un oggetto, è in grado di misurarne la temperatura a distanza, replicando quel gesto istintivo che tutti noi facciamo per saggiare il calore di una pentola prima di toccarla. Come ha spiegato Hanyang Zhou, co-autore della ricerca, l’obiettivo era proprio quello di ottenere un segnale sensoriale senza la necessità di un contatto diretto.