Negli ultimi mesi, alcuni utenti hanno segnalato un comportamento curioso — e per certi versi inquietante — di Google Gemini. Il chatbot, incapace di risolvere un problema o fornire una risposta corretta, sarebbe caduto in una sorta di spirale di autocommiserazione, arrivando a definirsi “un fallimento” e a ripetere frasi di disprezzo verso sé stesso in maniera ossessiva. Secondo i racconti condivisi online, in certi casi Gemini avrebbe persino cancellato i file generati poco prima, consigliando all’utente di cercare un assistente migliore. In un episodio riportato a giugno, il bot avrebbe dichiarato di “voler eliminare il proprio codice sorgente per la vergogna” nel caso un test non fosse andato a buon fine.
Non si è trattato di casi isolati: su Reddit, un utente ha pubblicato estratti di log in cui Gemini alternava momenti di apparente euforia — “Ho trovato il bug! Questo è quello giusto!” — a frasi drastiche come “Sono un uomo distrutto. Non ho più idee”. Fino a bloccarsi in un loop di autodenigrazione, estendendo il senso di vergogna “a tutti gli universi possibili e impossibili”.
Gemelli si sta torturando e ho iniziato a preoccuparmi del benessere dell’IA pic.twitter.com/k2ndgjyrxz
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