Artico, una startup vuole usare droni sottomarini per salvare i ghiacci

Artico, una startup vuole usare droni sottomarini per salvare i ghiacci


La salinità dell’acqua, spiega Ceccolini, non è un problema. “Il ghiaccio che si forma dal basso perde il sale tramite dei micro-canali chiamati brine channels. Immettendo l’acqua in questo modo ci aspettavamo che lo strato fosse più salato. In realtà abbiamo testato la salinità settimane e mesi dopo aver pompato ed era scesa notevolmente. In pratica, anche nel nuovo strato si formano naturalmente gli stessi micro-canali“.

Da un punto di vista quantitativo, uno dei test – eseguito su una superficie equivalente più o meno a un campo di calcio – ha permesso di generare mezzo metro in più di ghiaccio. Una quantità, rimarca il manager, che consente al ghiaccio di sopravvivere per diverse settimane in più nel corso dell’estate.

Il ruolo della neve

La neve che nel corso dell’anno si deposita sul ghiaccio artico ha un doppio ruolo. Anche se può sembrare controintuitivo, lo strato nevoso che ricopre il ghiaccio svolge il ruolo di isolante termico. Il motivo è legato alla sua struttura fisica e, in particolare, alla presenza di aria tra un fiocco e l’altro. L’aria è un pessimo conduttore di calore e, di conseguenza, quando la neve ricopre lo strato ghiacciato lo isola dall’esterno.

Durante l’estate questo è un vantaggio, visto che riduce lo scioglimento del ghiaccio. In inverno, però, impedisce che il ghiaccio aumenti il suo spessore”, spiega Ceccolini. Il pompaggio dell’acqua marina sulla superficie, spiega, permetterebbe di eliminare la neve ancora presente all’inizio dell’inverno e rimuovere così uno degli ostacoli alla nuova formazione di ghiaccio. La neve che cadrà in seguito (nell’Artico nevica molto di più nelle stagioni calde, ndr) permetterà invece di consolidare il nuovo strato di ghiaccio.

Il progetto, in ogni caso, prevede la possibilità di generare nuova neve all’inizio dell’estate attraverso una modalità di pompaggio “alternativa”, che favorisce la precipitazione in modo da creare il nuovo strato isolante.

Gli sciami di droni e il ruolo dell’AI

Se gli interventi “manuali” effettuati finora hanno dato buoni risultati, per riuscire ad avere un impatto reale sul fenomeno di scioglimento dei ghiacci è necessaria una strategia ben più strutturata.

Scartata la costosa idea di usare navi rompighiaccio con enormi strutture di pompaggio, Real Ice propobne di adottare la strategia opposta: utilizzare migliaia di droni sottomarini in grado di posizionarsi sotto la crosta di ghiaccio, inserire un piccolo tubo fino ad arrivare alla superficie per poi cominciare a pompare l’acqua.



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