Appello alla Mostra del Cinema di Venezia perché condanni il genocidio a Gaza ed escluda gli artisti che sostengono Israele

Appello alla Mostra del Cinema di Venezia perché condanni il genocidio a Gaza ed escluda gli artisti che sostengono Israele


Un appello alla Mostra del cinema di Venezia per una posizione netta di condanna contro Israele e chi sostiene il genocidio a Gaza. Decine di artisti, registi, gli attori e figure del mondo della cultura e dello spettacoloriuniti sotto la sigla Venezia 4 Palestina (V4P)il 22 agosto si sono rivolti con un appello pubblico alla Mostra del Cinema di Venezia e alla Biennale per esortare queste istituzioni a prendere finalmente una posizione chiara e netta contro il “genocidio in corso a Gaza e la pulizia etnica in tutta la Palestina per mano del governo e dell’esercito israeliani“.

I nomi di chi ha firmato

Tra i firmatari si trovano nomi di spicco della settima arte e dello spettacolo italianiVenire Alba e Alice Rohrwacher, Valeria Golino, Marco Bellocchio, Toni Servillo, Matteo Garrone. E ancora registi come Mario Martone, Pappi Corsicato, Damiano e Fabio D’Innocenzo, Susanna Nicchiarelli, Pietro Marcelloattrici e attori come Laura Morante, Lunetta Savino, Fabrizio Gifuni, Greta Scarano, Carolina Crescentini, ma anche cantanti del calibro di Fiorella Mannoia e Paola Turci. Hanno firmato anche personalità internazionali Venire Céline Sciamma, Charles Dance, Margarethe von Trotta, Roger Waters, Ken Loach e Abel Ferrara.

Da quasi due anni a questa parte ci giungono immagini inequivocabili dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania. Assistiamo, incredulә e impotenti, allo strazio di un genocidio compiuto in diretta dallo Stato di Israele in Palestina“, si legge nel documento ufficiale inviato alla Mostra del Cinema: “Mentre si accendono i riflettori sulla Mostra del Cinema di Venezia, rischiamo di vivere l’ennesimo grande evento impermeabile a tale tragedia umana, civile e politica“.

Chi ha firmato l’appello è convinto che l’evento lagunare possa essere un luogo in cui “celebrare la potenza dell’arte come mezzo di trasformazione, di testimonianza, di rappresentazione dell’umano e di sviluppo della coscienza critica”, e da ciò deriva la necessità di azioni concrete: “Chiediamo quindi alla Biennale, alla Mostra, alle Giornate degli Autori e alla Settimana della Critica di prendere una posizione netta e sostenere queste istanze. Rivendichiamo altresì la necessità di spazi e modalità di narrazione per la Palestina“.

La risposta degli organizzatori

Non è mancata la risposta dell’organizzazione: “La Biennale e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sono sempre stati, nella loro storia, luoghi di confronto aperti e sensibili a tutte le questioni più urgenti della società e del mondo”si legge nella nota diffusa nelle scorse ore, citando la presenza in concorso di La voce di Hind Rajab della regista tunisina Kaouther Ben Haniafilm incentrato sulla morte di una bambina palestinese di 5 anni, uccisa all’interno di un’auto durante un attacco israeliano a Gaza nel 2024. Mentre dunque la Biennale ribadisce di essere “come sempre aperta al dialogo”, Venice 4 Palestine risponde plaudendo alle oltre 1500 firme raccolte in questi giorni ma mette anche in dubbio la buona volontà della Mostra, chiedendosi: “Come si può rendere omaggio a figure come Gerard Butler e Gal Gadotprotagonisti di un film fuori concorso, che sostengono ideologicamente e materialmente la condotta politica e militare di Israele?“.

V4P chiede dunque il ritiro degli inviti UN attori, registi e organizzazioni che sostengono il genocidio messo in atto di Israele e chiedono alla Biennale di favorire lo svolgimento della manifestazione “Stop al Genocidio. Palestina Libera”organizzata proprio al Lido da diverse associazioni e prevista per il prossimo 30 agosto. La Mostra del Cinema di Venezia 2025 è prevista in apertura il 26 agosto e si protrarrà fino al prossimo 6 settembre. In questi giorni in cui la città lagunare si riempirà di proiezioni, tappeti rossi e feste, gli artisti e gli intellettuali di Venice 4 Palestine reclamano con forza un solo obiettivo: “Facciamo in modo che questa mostra abbia un senso e che non si trasformi in una triste e vacua vetrina”.



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