Come l’edilizia sta sfruttando l’intelligenza artificiale per rivoluzionare i cantieri

Come l’edilizia sta sfruttando l’intelligenza artificiale per rivoluzionare i cantieri


Come qualsiasi casa, o palazzo, perché stia in piedi anche l’innovazione bisogna saperla fare”. Soprattutto nell’ediliziadove i circa 820 mila addetti sono raggruppati in pmi da 15 – 18 dipendenti ciascuna. Lo riporta un recente studio dell’Osservatorio Saie (una fiera di edilizia e costruzioni che si tiene a Bologna). Ma Angelo Marchetti non ha bisogno di sentirsi ripetere il concetto: come presidente di Edinnova sa bene quanto ci sia da fare per digitalizzare un settore “fortemente dominato dal lavoro manuale, ma con straordinarie potenzialità di innovazione tecnologica. Un settore dove è importante lasciare sedimentare le novità che si introducono, perché possono essere efficacemente acquisite da tutti”.

Innovare in cantiere, giorno per giorno

Il mondo delle costruzioni lascia le grandi sfide alle multinazionali, mentre tra pmi si innova giorno dopo giornocercando risposte a problemi attuali e urgenti. Per supportare le piccole aziende, spiega Marchetti, serve fare un bagno di concretezza: “Con imprese da massimo 50 dipendenti il problema maggiore sono le risorse umane, prima ancora che quelle economiche. Mancano spesso competenze tecnologiche specifiche e nuove per il settore, come il Coding e l’Informaticae manca la capacità di delegare”. Nella community di Edinnova, infatti, accade spesso che a confrontarsi siano da una parte esperti tecnici di multinazionali, che si trovano a dialogare dall’altra con proprietari di pmi non sempre dotati di competenze specifiche in fatto di digitalizzazione. “Rischia di essere un dialogo poco efficace, così. Se i piccoli imprenditori lasciassero invece partecipare altre persone del loro team, favorirebbero la crescita di competenze al loro internopotendo poi contare su persone in grado di affiancarli su tematiche complesse”.

Ad ogni modo, nonostante le difficoltà, l’innovazione piace al mondo dell’edilizia “perché a tutti conviene che accada: le piccole imprese riescono ad accedere a tecnologie abilitanti nonostante la mancanza di fondi e di competenze – spiega Marchetti -, mentre le grandi possono fare open innovation in modo miratoentrando in contatto diretto con l’utente finale di quanto producono”.

Nata per “favorire sinergie inaspettate che portino allo sviluppo di soluzioni più rapide ed efficienti”, Edinnova ha finora dato vita a 6 progetti, portando all’interno dei cantieri IL logica lean, incentrata sull’eliminazione degli sprechi e sullo snellimento delle procedure. Al contrario delle fabbriche, i cantieri continuano a evolvere e, dopo anche solo 6-8 mesi, cambiano luogo per definizione – fa notare Marchetti -. Applicare questo tipo di approccio è dunque molto più complicato, ma provarci aiuta a capire come renderlo ancora più conveniente ed efficace”. Altre aree di innovazione esplorate finora riguardano per esempio la gestione della conoscenza interna alle aziende, “in modo che il cambio generazionale di personale non le impoverisca – aggiunge Marchetti -, mentre di AI se ne parla solo a livello di conoscenza generale, per ora”.

Sensori al fianco di chi costruisce

Tra le tecnologie su cui la rete di Edinnova sta scommettendo ci sono la sensoristica avanzata e i sistemi di raccolta e monitoraggio dei dati,perché sono le innovazioni che attualmente semplificano la vita di chi opera nel settore, E poi sono utilizzabili immediatamente, nel quotidiano”, osserva Marchetti. Il manager racconta di sensori in grado di conteggiare ore e attività. Ce ne sono anche di integrati nelle macchine, che ne tracciano movimentichilometri percorsi, accelerazioni e carico, ma anche eventuali segnali di malfunzionamento, per poterne programmare la manutenzione. Alcuni sensori possono anche avere funzioni più specifiche, per esempio il monitoraggio dei ponteggi, analizzandone ondeggiamenti ed eventuali criticità in tempo reale.



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