Giappone testa il primo railgun navale da 20 megajoule a Mach 7

Giappone testa il primo railgun navale da 20 megajoule a Mach 7



Il Giappone ha mostrato per la prima volta in azione il suo cannone elettromagnetico imbarcato, installato sulla nave sperimentale JS Asuka. L’agenzia ATLA (Acquisition, Technology and Logistics Agency), che coordina ricerca e sviluppo per il Ministero della Difesa, ha diffuso le immagini del test, condotto tra giugno e luglio con il supporto della Marina di autodifesa giapponese. È un passo importante nello sviluppo delle armi a energia direttasu cui Tokyo investe dal 2016.

Il sistema attuale pesa circa otto tonnellate, con una canna lunga sei metri, ed è in grado di sparare proiettili in acciaio da 40 millimetri a velocità ipersoniche. Nei test precedenti aveva raggiunto i 2.230 metri al secondo, pari a Mach 6,5. L’obiettivo è arrivare a scaricare fino a 20 megajoule di energia per colpo, equivalenti a far viaggiare un proiettile a circa sette volte la velocità del suono. A differenza delle armi convenzionali, il railgun non utilizza esplosivo: la potenza distruttiva deriva tutta dall’energia cinetica.

Una caratteristica che lo rende interessante per la difesa è il rapporto costi-benefici, poiché mentre i missili intercettori possono valere milioni di euro, i proiettili sparati dal railgun costano molto meno e occupano meno spazio a bordo. Inoltre, non hanno le limitazioni atmosferiche tipiche dei laser, il che li rende impiegabili anche in condizioni meteo avverse e con capacità di colpire bersagli oltre l’orizzonte. Secondo analisi di settore, i proiettili potrebbero essere adattati anche per missioni anti-aeree con frammentazione.


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