OpenAI è sinonimo di Chatgpt? Per ora sìma l’azienda californiana guidata da Sam Altman non si accontenta e punta più in alto, sfidando LinkedIn con una nuova piattaforma di reclutamento basata – manco a dirlo – sull’intelligenza artificiale. Ed è soltanto uno dei tanti progetti che bollono in pentola, in un vortice di investimenti e acquisizioni di startup.
Tutti i pezzi del regno
Il nuovo LinkedIn targato OpenAI
“Ogni volta che parlo di AI con qualcuno, una delle prime domande che ricevo è: ‘Cosa significherà per il mio lavoro?’”. Inizia così il post in cui la nuova dirigente Fidji Simo dà qualche anticipazione sulle prossime iniziative che riguardano il mondo professionale. La prima prende il nome di Piattaforma di posti di lavoro aperta.
È un sistema che connette le aziende, alla ricerca di professionisti per compiti specifici, con le persone che hanno le competenze necessarie. Tutto questo grazie all’intelligenza artificiale. Il lancio è previsto per la metà del 2026, riferisce TechCrunch. Palesi le analogie con LinkedInil più noto social network di recruiting, che oggi supera gli 1,1 miliardi di membri, nell’ultimo anno si è dedicato proprio a integrare alcune funzioni basate sull’intelligenza artificiale. Peraltro, LinkedIn è – per così dire – ‘cugino’ di OpenAI, visto che è stato co-fondato da Reid Hoffman, uno dei suoi primi investitori, ed è di proprietà di Microsoftil suo maggior finanziatore. Si gioca tutto sulle competenze la OpenAI Accademiauna piattaforma gratuita di e-learning che esiste già (più di 2 milioni di persone ne hanno usufruito finora) ma si arricchirà con la possibilità di farsi certificare il proprio livello di preparazione sull’intelligenza artificiale. Il lancio della versione pilota delle OpenAI Certifications è previsto entro fine anno e ha già incassato un approvazione di tutto rispetto: quello di Walmart.
La galassia di investimenti dell’OpenAI Startup Fund
Nel mercato dell’intelligenza artificiale, che si trasforma in continuazione, nessuno può dormire sugli allori. Nemmeno chi – come OpenAI – ha lanciato il primo chatbot divenuto mainstream. Per tenersi stretto il suo vantaggio competitivo, Aperto ha istituito un fondo che raccoglie capitali da investitori esterni – tra cui, di nuovo, Microsoft – e li usa per finanziare altre startup. Le quali, spesso e volentieri, si imperniano proprio sull’infrastruttura tecnologica di OpenAI. TechCrunch riporta l’elenco completo delle startup in cui l’OpenAI Startup Fund ha investito. Tra i settori più popolari c’è quello dei copilot aziendali.
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