Nella serata di venerdì 3 ottobre, Hamas ha annunciato la disponibilità a rilasciare tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza, insieme ai corpi di coloro che hanno perso la vita durante la prigionia. La mossa arriva in risposta al piano di pace imposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump il 29 settembre.
La risposta di Trump
Poche ore dopo, sul suo social network Truth, proprio Trump ha scritto di credere che Hamas sia “pronto per una pace duratura” e ha chiesto a Israele di “fermare immediatamente i bombardamenti su Gaza”. Il governo israeliano non ha per ora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.
In un comunicato diffuso online, Hamas ha inoltre affermato che la liberazione avverrà “secondo la formula di scambio contenuta nella proposta del presidente Trump, a condizione che siano soddisfatte le condizioni sul terreno”. Hamas si è detta pronta a “entrare immediatamente in negoziati attraverso i mediatori” per discutere i dettagli dell’intesa.
I dubbi sul futuro di Gaza
Il messaggio include anche un passaggio in cui il gruppo accetta di trasferire l’amministrazione della Striscia di Gaza “a un organismo palestinese di tecnocrati indipendenti, fondato sul consenso nazionale e con il sostegno arabo e islamico”. Ma la formulazione resta ambigua: non è chiaro se ciò significhi un passo indietro definitivo di Hamas dalla vita politica di Gaza, come previsto dalla proposta americana, oppure se il movimento immagini un ruolo all’interno di quel governo tecnico.
Restano inoltre fuori dal comunicato alcuni dei punti più sensibili del piano. Israele e la Casa Bianca chiedono da tempo il disarmo totale del gruppo armato, condizione che qui non viene menzionata. Neppure la promessa di amnistia per i militanti disposti ad accettare la coesistenza trova spazio nella dichiarazione di Hamas.
Un bilancio impressionante
La distruzione totale di Gaza è cominciata dopo l’attacco del 7 ottobre 2023, in cui quasi 1.200 persone furono uccise e oltre 250 prese in ostaggio. La risposta israeliana, secondo il ministero della Sanità di Gaza, ha provocato più di 65mila vittime palestinesi e la devastazione totale della Striscia.
Resta quindi ancora aperto il bivio verso la pace: i punti in sospeso potrebbero essere dirimenti tra una tregua temporanea e un cessate il fuoco permanente.