Angela Baraldi al Wired Next Fest 2025: “Credo che la divisione tra generazioni sia una fregatura”

Angela Baraldi al Wired Next Fest 2025: “Credo che la divisione tra generazioni sia una fregatura”


C’è un modo di essere artista che non chiede permesso. Angela Baraldi ne è la prova vivente: voce ruvida e luminosa, attrice e cantautrice che ha attraversato il mondo della Musica come una scheggia refrattaria alle mode. Appartiene alla scena bolognese che ha fatto della contaminazione una forma d’arte: la città di Lucio DallaCarboni, dei Cccp e dell’idea di libertà. La sua carriera nasce nei club e nei collettivi degli anni Ottanta; oggi, a distanza di decenni dal suo esordio con Viva (1990, prodotto da Lucio Dalla), continua a cantare come se ogni brano fosse una dichiarazione di resistenza. Al Wired Next Fest Trentino 2025 ha raccontato 3021il suo nuovo disco: un viaggio nel futuro per parlare, in realtà, del presente e della memoria.

Il nuovo disco di Angela Baraldi

3021uscito all’inizio del 2025, è un disco che sembra arrivare da un futuro immaginarioma parla in realtà di noi, adesso e di memoria: un rock sospeso tra sintetizzatori spaziali e visioni interioricon testi che oscillano tra rabbia e disincanto. “Questo disco è nato dopo la pandemia, in un momento faticoso in cui ho deciso di prendermi la libertà di respirare e fare qualcosa senza padrone. Sono tornata in studio con persone a cui sono molto affezionata e ho buttato giù le canzoni alla vecchia maniera con basso, chitarra e batteria. Poi, con questi strumenti canonici abbiamo deciso di imitare i suoni dello spazio legato a un tempo futuro talmente lontano da non riuscire a immaginarlo“.

Quella di 3021 è produzione molto essenziale: “Mi sono presa la responsabilità di creare un suono a cui non siamo abituatilontano dal mainstream”. È un disco coraggioso, prodotto senza la certezza di incontrare il favore del pubblico. “Francesco de Gregori ha sentito il materiale e gli è piaciuto al punto da volerlo produrre con la sua etichetta, la Caravan, ho avuto fortuna e devo dire che ci ha anche risollevato gli animi”. Baraldi infatti ha investito tempo e denaro nel progetto senza pensare al successo che avrebbe potuto avere, anzi. “Abbiamo speso soldi nostri per pagare lo studio senza sapere se sarebbero tornati, ma per me non ha importanza, io penso che fare cose sconsiderate possa tenerci lontano dalle malattie“.

Lo spazio lontano di 3021

3021 è album proiettato in uno spazio lontano, quasi irraggiungibile. Scrivendo i brani, Baraldi si è chiesta cosa penseranno di noi gli archeologi del futuro. È così che il tema della memoriamolto caro all’artista – che scrive infatti molti diari – è entrato prepotentemente come elemento fondante del disco. “Quando abbiamo cominciato a scrivere tutto di noi sui sociale ho pensato, in modo molto ingenuo, quanti dati daremo ai posteri, quante cose sapranno di noi. Probabilmente però non sarà così. Abbiamo tanti supporti che si svuoteranno e cosa rimarrà? Un computer, una memoria esterna, delle briciole“.

L’importanza della memoria

Memoria significa anche trasmissione da una generazione all’altra e sul palco di piazza Malfatti, Baraldi ha parlato anche di questo. “Io sono dell’idea che il racconto verbale sia molto potentel’esperienza diretta, il racconto attorno a una tavola o un fuoco, l’avere davanti due occhi, non può cambiare. Passano tante altre cose, oltre alle parole, attraverso un dialogo umano. Credo che la divisione tra generazioni sia una fregatura e faccia comodo, aiuta l’oblio e la manomissione delle cose. È una fregatura per chi è più giovane“.

Per Baraldi la sincerità di una conversazione fatta di personaguardandosi negli occhi, ha una grandissima potenza, irraggiungibile quando filtrata dai mezzi di oggi. “Tengo a mente i racconti di un amico di mio padre che ha fatto la Guerraricordo il modo in cui me l’ha raccontato, mi ha trasmesso l’orrore della guerra. Mentre me ne parlava beveva un po’ e ogni sorso raccontava la sofferenza. Quando ti invitano a registrare un podcast la genuinità di un racconto, anche dolente, viene per forza inquinata dalla preparazione che c’è dietro“.

L’importanza del giudizio sincero

Il giudizio sincero è qualcosa che va allenato, avere la forza di dire in faccia a qualcuno che quello che uno ha fatto non ci piace ci regala la sincerità perché il giorno in cui dirà che quello che hai fatto è bello, arriverà ancora più forte”. Secondo Baraldi, quindi, la schiettezza è fondamentale per ogni artista, anche se può spaventare. “È qualcosa che può ferire. Scrivere una canzone e andare a cantare è come andare sul palco in mutande. Quando sei all’inizio ti può ferire, bisogna passarci attraverso per poi liberarsene e avere fiducia in sé stessi”. Nonostante questo, la cantautrice cerca sempre anche il parere di quelli che lei definisce “gli spietati”, le persone che sa le diranno sempre la verità, nel bene e nel male. In un’epoca in cui il giudizio è spesso anestetizzato dai like, rivendica la forza di uno sguardo diretto, anche quando ferisce.

Ti voglio bene assaje all’inizio mi sembrava mielosa

Baraldi ha conosciuto Lucio Dalla quando era molto giovane. “Feci un provino per una canzone di Ron che si chiamava Caterinaandò bene. In poco tempo mi ritrovai con un biglietto per l’America con lui e gli Stadio, mi portarono con loro per affetto. Mi ritrovai ad assistere a un concerto a Village Gate, un locale storico che ora non esiste più e l’ultimo live registrato in quel club fu proprio quello di Dalla”. Tornati dagli Stati Uniti, Baraldi ebbe il privilegio di ascoltare, quando ancora era in fase di scrittura, Carusouno dei capolavori di Dalla: “All’inizio non l’ho capita, mi sembrava mielosal’ho compresa davvero solo quando l’ho sentita in concerto la prima volta, è riuscito a trasportare tutti“.



Source link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back To Top