Terza telefonata di Alberto Trentini alla famiglia. Nelle scorse ore il cooperante internazionale recluso in Venezuela da quasi un anno ha potuto chiamare per la terza volta la famiglia. La telefonata, avvenuta giovedì 9 ottobre, è la terza in 327 giorni di prigionia, dopo l’arresto avvenuto il 15 novembre dello scorso anno mentre Alberto Trentini, che lavora per la ong Umanità e inclusione impegnata nell’assistenza umanitaria alle persone con disabilità, si trovava nel paese sudamericano per una missione di cooperazione internazionale.
La telefonata
“Alberto ha potuto chiamare casa – recita una nota diramata dalla famiglia Trentini e dall’avvocata che ne cura la difesa, Alessandra Ballerini, specializzata in diritto internazionale -. È la terza telefonata in quasi 11 mesi di detenzione. Ha raccomandato ai genitori di prendersi cura di loro e ha assicurato di essere forte. Ha voluto ringraziare tutte le persone che gli sono state vicine in questi mesi e ha ribadito il suo affetto per i suoi cari. Questa telefonata, che segue la visita in carcere del nostro ambasciatore e l’arrivo a Roma di una delegazione venezuelana, apre spiragli di speranza. E in questi 327 giorni la nostra fede non è mai venuta meno. Grazie a chi sta lavorando al nostro fianco per la liberazione di Alberto”.
Nei giorni scorsi, ospite del Wired Next Fest Trentino 2025, Ballerini aveva espresso un cauto ottimismo sull’evolversi della situazione del 45enne veneziano: “Al momento sono in atto trattative riservate ma mi sento ottimista come non lo sono mai stata in questi 10 mesi”. E aveva aggiunto: “Il nostro ambasciatore è riuscito ad andare a trovarlo, e gli ha riferito le parole che la mamma ha scritto in una lettera”. Sempre in quell’occasione Ballerini aveva detto: “Dopo la visita dell’ambasciatore ad Alberto Trentini c’è stata una telefonata tra il nostro viceministro degli esteri Edmondo Cirielli e la sua omologa venezuelana (Andrea Corao, ndr). Erano 4 anni che non c’erano rapporti tra i governie quando non ci sono rapporti salta anche tutta la diplomazia per gli ostaggi”. L’impegno politico non sembra mancare, anche “Meloni ha preso impegno pubblico per riportarlo a casa”.
L’evolversi della vicenda
La telefonata del 9 ottobre segue altri due contatti tra Alberto Trentini e la famiglia. Il primo è avvenuto il 15 maggio, mentre il secondo il 26 luglio. In quell’occasione il cooperante aveva detto detto di stare bene ma di essere provato dalla lunga prigionia. Nel frattempo, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha nominato Luigi Vignalidirettore generale per gli Italiani all’estero, inviato speciale della Farnesina con il compito di seguire da vicino i casi dei circa quindici connazionali attualmente detenuti in Venezuela.
Un altro tassello che fa sperare per una risoluzione del caso è la visita del corpo diplomatico italiano. Il 24 settembre l’ambasciatore italiano Giovanni Umberto De Vito ha potuto finalmente incontrare il cooperante veneziano di 46 anni detenuto dal novembre 2024 nel carcere El Rodeo I, alla periferia di Caracasinsieme a Mario Burlò, imprenditore italiano sotto processo a Torino per reati fiscali di cui non si avevano notizie certe da mesi.
La madre di Alberto, Armanda Colusso, inizialmente favorevole al riserbo per facilitare eventuali trattativeha progressivamente intensificato gli appelli pubblici. Parallelamente, le iniziative di mobilitazione hanno preso forza. La petizione lanciata su Change.org ha raccolto oltre 100mila firme, mentre azioni simboliche come il digiuno a staffetta e la manifestazione navale organizzata a Venezia nel maggio 2025 — che ha visto la partecipazione di circa 50 imbarcazioni lungo il canal Grande — hanno contribuito a mantenere viva l’attenzione mediatica e a dare visibilità internazionale al caso. “Non spegniamo l’attenzione sul caso di Alberto”è l’appello dell’avvocata Ballerini alla cittadinanza italiana lanciato da Rovereto.