Veggie burger, c’è un multiverso dove vietarlo è una priorità. Il problema è che quel multiverso è l’Europa

Veggie burger, c’è un multiverso dove vietarlo è una priorità. Il problema è che quel multiverso è l’Europa


Vietare i veggie burger. O meglio, vietare l’uso di parole come “burger”, “salsiccia” o “bistecca” se associate a prodotti vegetali, vegani o alla carne coltivata in laboratorio. Mercoledì 8 ottobre l’Europarlamento ha trovato il tempo di mettere al voto il divieto. Che è passato con 355 voti a favore, per effetto dell’alzata di mano compatta dei partiti di destra. Ma che fa sorgere la domanda: in che multiverso vivono questi parlamentari del Partito popolare europeo (il più votato alle ultime elezioni europee, che esprime anche la presidente Ursula Von Der Leyen) e dei gruppi dei Conservatori e dei Patrioti, per ritenere che di questi tempi meritasse uno spazio in agenda il divieto del veggie burger?

Le priorità delle destre europee

Ne hanno discusse di cose, negli ultimi tempi, gli europarlamentari. Non di solo divieti all’accostamento tra lessico animale e vegetale vivono le agende di Strasburgo. Eppure, mentre l’Unione europea scodinzola ubbidiente alla tregua tra Israele e Hamas orchestrata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump; mentre sciami di droni senza nome e cognome gettano in una isteria collettiva le cancellerie dei 27; mentre il gap tecnologico con Cina e Stati Uniti si allarga, ci si chiede da dove provenga la necessità di elevare l’ennesimo divieto.

Alla faccia dell’Europa che dice che vuole semplificare. Ma non avremmo dovuto tagliare regole, norme, vincoli per liberare il business, come raccomanda ormai sgolandosi da anni l’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi? Eccoci invece con nuovo steccato. Io, dico la verità, avrei corso il rischio di lasciare a piede libero per qualche altra settimana una salsiccia insaccata di soia. Nossignore, un prode manipolo di europarlamentari ha trovato il tempo di mettere ai voti il divieto di etichettare come carne prodotti che di derivati animali non ne hanno.

Uno spettro si aggira per l’Europa e non è, come avremmo creduto, la crisi delle grandi imprese del continente che hanno annunciato, a vario titolo, tagli per 71mila posti di lavoro sono nel 2025. Né le tensioni che si affacciano ai confini orientali e aspettano la miccia per esplodere. Né l’affanno con cui si rincorrono i primatisti della tecnologia. No, lo spettro che toglie il sonno a grandi e piccini è il hamburger vegetariano.



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