La Giornata mondiale dell’alimentazione può essere il momento giusto per la dieta “salva pianeta”, cominciamo?

La Giornata mondiale dell’alimentazione può essere il momento giusto per la dieta “salva pianeta”, cominciamo?


A contribuire in tal senso sono il metanoemesso direttamente dal bestiame negli allevamenti, la deforestazione per far spazio a campi per coltivare i mangimi animali, l’energia fossile con cui si alimentano molti processi produttivi e logistici. Secondo la commissione, però, il settore alimentare contribuisce direttamente anche alla perdita di biodiversità e all’abuso nello sfruttamento di risorse naturali come acqua e suolo. Gli allevamenti animali, per esempio, occupano l’80% dei terreni destinati alla produzione di cibo, ma forniscono meno del 20% delle calorie globali. Un altro aspetto poco noto dell’impatto del settore cibo sulla salute del pianeta è quello legato all’inquinamento atmosferico: anche l’agricoltura e la zootecnia, infatti, impattano sulla qualità dell’aria e sulla salute umana, quasi quanto il traffico veicolare. A tutto ciò, va aggiunto anche il crescente problema della resistenza antimicrobica. L’uso smisurato di fertilizzanti e pesticidi ha portato al superamento dei livelli di sicurezza nelle acque di vaste aree del pianeta, spesso contaminando anche le comunità locali.

C’era una volta la strategia Dalla fattoria alla tavola

Fertilizzanti e pesticidi sono entrambi elementi sempre più significativi dal punto di vista dell’impatto ambientale dell’alimentare. Allo stesso tempo sono anche al centro del gioco di forza tra agricoltura intensiva e politiche sostenibili in ambito europeo. Da qualche tempo sta vincendo la prima. E la nuova Visione per l’agricoltura e l’alimentazione europea lo conferma ufficialmente, indicando una direzione quasi opposta a quella del Dalla fattoria alla tavola.

Nel 2020, con questo piano teoricamente decennale, la Commissione europea aveva introdotto una strategia ambiziosa di trasformazione in chiave sostenibile del sistema alimentare con obiettivi misurabili. Oggi, con la sua “visione” presentata il 19 febbraio scorso, rimuovere di sua stessa iniziativa tutti i target ambientalispostando l’attenzione sulla redditività economica degli agricoltori e sulla sicurezza della produzione alimentare. Una risposta alle “proteste dei trattori”, cioè degli agricoltori europei degli ultimi anni, che mette al centro “semplificazione, digitalizzazione e innovazione” e la promessa di rendere il settore “attraente, competitivo, resilienteorientato al futuro ed equo”.

Proprio su pesticidi e fertilizzanti, per esempio, spariscono percentuali e limiti fissati chiaramente dal Dalla fattoria alla tavola e restano divieti solo se ci sono alternative disponibili. Quasi tutti i buoni propositi e obiettivi conquistati nel 2020, scompaiono definitivamente dalle 27 pagine della “nuova” visione: nessun cenno alla crisi climatica e nemmeno alla promozione di diete sane e sostenibili. Ampio spazio viene invece dato alle attuali priorità europee come la competitività economica degli agricoltori, la semplificazione della burocrazia, compresa quella legata alla protezione dell’ambiente.

Una Pac al passo coi tempi (si fa per dire)

La proposta di Politica agricola comune (Pac) per il periodo 2027-2034 tuttora al vaglio della Commissione e del Parlamento europei conferma la visione 2025 e ne accelera la messa a terra, allargando il supporto agli agricoltori “attivamente impegnati nella produzione alimentare”, selezionandoli in base a criteri non per forza ambientali. Diverse organizzazioni ambientaliste europee hanno criticato questa nuova proposta, sottolineando che da strumento di “transizione verde” la Pac rischia di trasformarsi in un “sostegno alla produzione competitiva”. Per Greenpeace, “i nuovi piani della Commissione europea per il settore agroalimentare europeo, fanno poco per ridurre le minacce ambientali, climatiche e socioeconomiche”. Marco Contiero, direttore delle politiche Ue sull’agricoltura di Greenpeace Europasi dice soprattutto preoccupato della ri-nazionalizzazione delle politiche e dei controlli: “Specialmente in questo momento storico, mi sembra una tendenza assolutamente deleteria”commenta.

La dieta giusta? La comincio domani

Anche la stessa Commissione Eat-Lancet – da cui siamo partiti – che nel 2019 aveva ispirato la strategia Dalla fattoria alla tavolaora la considera “morta” a tutti gli effetti se messa di fronte alle proteste e alle pretese degli agricoltori, alle lobby industriali coordinate e alle ricadute politiche dell’invasione russa dell’Ucraina.



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