UN roadmap strategica per rafforzare le capacità di difesa del continente, un piano ambizioso che punta a mobilitare fino a 800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nei prossimi cinque anni. La Commissione europea ha presentato giovedì 16 ottobre il documento, denominato Preservare la pace: tabella di marcia sulla preparazione della difesa 2030che delinea una strategia che mira a rendere l’Unione “pronta alla guerra” entro la fine del decennioin risposta alla minaccia persistente di una Russia militarizzata e all’incertezza sul futuro sostegno americano sotto la presidenza di Donald Trump. L’iniziativa, fortemente voluta dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyensi articola attorno a quattro pilastri – la L’iniziativa europea per la difesa dai droni, l’Eastern flank watch, l’European Air Shield e l’European Space Shield sistemi interconnessi pensati per proteggere lo spazio aereo, terrestre e orbitale dell’Unione.
La roadmap europea per difendere l’Unione
Cosa prevede il piano?
Il progetto più urgente e strategicamente rilevante della nuova architettura difensiva europea è l’Orologio sul fianco orientaleun sistema di sorveglianza iper-tecnologico destinato a proteggere il confine orientale dell’Unione. Il piano prevede l’integrazione di sistemi di difesa terrestre con difesa aerea e sistemi anti-dronecreando una barriera tecnologica lungo i confini con Russia e Bielorussia che dovrebbe raggiungere la capacità operativa iniziale entro la fine del 2026, per diventare pienamente funzionale entro il 2028. Si tratta di una risposta diretta alle crescenti provocazioni russe, incluse le recenti violazioni dello spazio aereo dell’Ue da parte di droni e caccia russi che hanno spinto gli alleati NATO a considerare risposte più forti.
Parallelamente, la Iniziativa europea per la difesa dei droni rappresenta la risposta dell’Ue alla rivoluzione che i droni hanno portato nella guerra moderna, come dimostrato dal conflitto in Ucraina dove questi sistemi hanno cambiato completamente le dinamiche del campo di battaglia. Il progetto mira a creare una rete continentale di rilevamento e neutralizzazione dei velivoli senza pilota, capace di identificare e abbattere droni ostili prima che possano penetrare nello spazio aereo europeo, con capacità iniziale prevista entro la fine del prossimo anno e piena funzionalità un anno dopo.
Lo Scudo aereo europeo costituisce il terzo pilastro, concepito come un sistema di difesa aerea multi-strato progettato per proteggere il continente da missili balistici, missili da crociera e altre minacce aeree, integrandosi con le strutture di comando e controllo della Nato per garantire l’interoperabilità tra le forze europee e atlantiche.
Mentre il Scudo spaziale di difesa si occuperà di proteggere le risorse e i servizi spaziali europei, sempre più critici per le comunicazioni militari e civili, la navigazione satellitare e i sistemi di intelligence.
Le altre priorità della difesa
La roadmap prevede inoltre la creazione di una zona di mobilità militare paneuropea entro il 2027con regole armonizzate e una rete di trasporti terrestri, aerei e marittimi progettata per consentire il rapido dispiegamento di truppe attraverso quattro corridoi critici. L’obiettivo della Commissione è ridurre le grandi lacune nelle capacità militari europeeindividuate in nove settori considerati strategici, e portare entro il 2027 al 40% la quota degli acquisti di difesa realizzati in comune tra gli stati. L’intenzione è poi di arrivare al 55% entro il 2030puntando su prodotti sviluppati e realizzati da aziende europee. Oggi, invece, la percentuale di acquisti comuni resta sotto il 20%.