Se per caso vi siete chiesti perché certe pubblicità sospette appaiono così di frequente su Facebook e Instagramla ragione è che per queste piattaforme Meta rappresentano un giro d’affari enorme.
Secondo i materiali in possesso dell’agenzia ReutersUN parte rilevante del fatturato pubblicitario di Meta proviene infatti dalla diffusione di annunci legati a truffe e prodotti vietati. Nei documenti interni si parlerebbe di circa 16 miliardi di dollari, un decimo del totale.
Tra questi ci sarebbe una nota della società proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp in cui si legge che le sue piattaforme mostrano una media di circa 16 miliardi di “annunci truffa” (pubblicità truffaldine) – che mostrano chiari segni di attività fraudolente. Sette miliardi di dollari di ricavi nel 2024 sarebbero arrivati solo da queste ultime.
La mole di documenti inediti in possesso dell’agenzia di stampa dimostrerebbe anche come Meta abbia fallito per almeno tre anni nell’intento di proteggere i suoi utenti da frodi su siti di e-commerce, schemi investimenti, casino online illegali e dalla vendita di prodotti medici vietati.
Algoritmi e sistemi di rilevamento
I sistemi di rilevamento di Meta riescono in realtà a scovare la maggior parte di queste inserzioni, ma i documenti dimostrano che l’azienda le blocca solo quando gli inserzionisti sono sicuri al 95% di stare commettendo una frode. Come si legge nel report di Reuters: “Se l’azienda non è del tutto certa – ma ritiene comunque che l’inserzionista sia probabilmente un truffatore – Meta applica tariffe pubblicitarie più alte come forma di penalitàsecondo i documenti. L’idea è quella di scoraggiare gli inserzionisti sospetti dal pubblicare annunci”.
A peggiorare ulteriormente la situazione ci sono gli algoritmi di raccomandazione. Quando un utente interagisce con una di queste pubblicità, aumenta la possibilità di essere raggiunto e interagire con altre, creando potenzialmente una spirale molto pericolosa per i soggetti più esposti.
I precedenti delle inserzioni legate alla salute
A livello europeo, una ricerca di AI Forensics pubblicata lo scorso aprile aveva già dimostrato come la moderazione dell’ecosistema pubblicitario di Meta fosse fallimentare, in particolare riguardo alle inserzioni legate alla saluto.
Semplicemente utilizzando i dati della Meta Ad Library, l’archivio che contiene le pubblicità circolate su Facebook e Instagram, i ricercatori avevano identificato oltre 46mila inserzioni pubblicitarie contenenti farmaci non approvati e affermazioni sanitarie ingannevolicomparse sugli schermi degli utenti europei più di 292 milioni di volte. Come si legge sul report:
“Questi annunci violavano almeno 15 delle norme pubblicitarie e comunitarie di Meta stessa, includendo deepfake di personaggi famosi, falsi medici o testate giornalistiche, e affermazioni sanitarie fuorvianti”.
Le pubblicità fraudolente prendevano di mira diverse problematiche di salute: dimagrimento, infiammazioni articolari, diabetedisturbi alla prostata, parassiti ed eiaculazione precoce o disfunzione erettile. Il tutto, apparentemente, confermava i fallimenti sistemici nei meccanismi di prevenzione del rischio che Meta è tenuta a implementare ai sensi dell’articolo 34 del Digital services act.
