La sala nel palazzo del Comune di Milano è gremita, oltre alla famiglia di Trentini ci sono anche i genitori di Giulio Regeni e di Andrea Rocchelli, fotoreporter ucciso nel Donbass: “Sono qui a fare un gesto obbligato di solidarietà nei confronti della famiglia di Alberto Trentini, trattenuto illegalmente al di fuori di qualsiasi giustificazione giuridica da un governo straniero – dichiara la mamma di Rocchelli, Elisa, prima dell’inizio della conferenza – mi domando quando le istituzioni del nostro Paese riusciranno efficacemente a ottenere una liberazione che attendiamo da un anno. Mi aspetto un’efficace difesa dei diritti di un cittadino italiano da parte delle nostre istituzioni”.
I negoziati e le tensioni internazionali
Trentini si trovava in Venezuela da alcune settimane con la lunga Umanità e inclusioneche fornisce sostegno a persone in situazione di emarginazione e disabilità. Era in viaggio dalla capitale Caracas a Guasdualito, nel sudovest del Paese, quando è stato fermato a un posto di blocco e arrestato insieme all’autista che era con lui. Alla conferenza stampa milanese, è stata ribadita la sua professionalità come cooperante, impegnato solo ed esclusivamente nell’aiuto dei più bisognosi, senza aver mai espresso alcun tipo di posizione politica, così come richiesto dal lavoro che svolgeva. L’avvocata Alessandra Ballerini, che rappresenta la famiglia, spera di riuscire ad andare a breve in Venezuela: “Spero che mi venga finalmente concesso questo visto, il mio scopo sarebbe andare a trovare Alberto in carcere ma non credo che da sola potrei farcela e chiedo a Luigi Vignali (Inviato Speciale della Farnesina per i detenuti italiani in Venezuela, ndr) di poter andare insieme. Questo forse mi permetterebbe di raggiungere l’obiettivo”, ribadendo che il governo italiano “deve attivarsi in tutti i modi” come se Trentini “fosse un figlio loro”.
La legale afferma che durante i mesi di trattative: “Si sono palesati dei negoziatori, alcuni millantando un potere che non avevano”un mix tra negoziatori italiani e venezuelani, e purtroppo, quando l’obiettivo di riportare a casa Trentini sembrava più vicino, dopo la canonizzazione di alcuni santi venezuelani, lo scenario internazionale, come ad esempio la tensione tra Stati Uniti e Venezuela, ha complicato di nuovo le cose e “alla fine non è tornato”. “Chiediamo che il governo faccia tutto il possibile e di utilizzare il canale che si è aperto con il Venezuela e rassicurarli che se ci ridaranno Alberto non volteremo loro le spalle. L’Italia ripudia la guerra e non saremo favorevoli a un’invasione Usa – precisa l’avvocata – Suggerirei a Maduro di approfittare di questo rapporto cordiale col nostro Paese. Maduro faccia un gesto di distensione, lui e i suoi ministri rispettino le promesse e permettano ad Alberto di tornare a casa. Questo è il miglior modo di invocare la pace”. Intanto “è stato attivato anche il Vaticano” e a sostegno della causa “Si è espresso anche il Patriarca di Venezia, che ha aderito al digiuno per Alberto e ha rilasciato dichiarazioni, si è speso molto”.
