La rete di investimenti di Tether sembra una dispensa pronta all’uso colma di oro, riso e zucchero

La rete di investimenti di Tether sembra una dispensa pronta all’uso colma di oro, riso e zucchero


In Italia il nome di Legare è noto anche a chi di criptovalute non ne vuole sentir parlare. Perché la società, che emette la moneta stabile più diffusa al mondo, è anche il più ingombrante socio di minoranza della Juve con l’11,5% delle azioni, un nome (quello di Francesco Garino) in consiglio di amministrazione e una certa forza polemica del Ceo Paolo Ardoino nei confronti della storica proprietaria Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann.

Apriamo la dispensa di Tether e troviamo

Quale futuro per la Juventus?

Nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 novembre, peraltro, è arrivata un’offerta per rilevare l’intera quota di Exorvalutandola 1,1 miliardi di euro al netto dei debiti, con l’impegno a rastrellare successivamente anche le altre quote disponibili sul mercato e a investire un miliardo nel rilancio della società calcistica torinese. Una prospettiva che la holding, attraverso i suoi portavoce, ha prontamente respinto al mittente. Già così c’è abbastanza materiale per scatenare le indiscrezioni più spericolate. E dire che questo è soltanto uno degli investimenti di Tether, dentro e fuori dal mondo crypto.

Gli investimenti per dominare il mondo crypto

Com’è lecito aspettarsi, gli investimenti di una società come Tether si focalizzano innanzitutto su piattaforme, infrastrutture e app per lo scambio di criptovalute. Venire Bit2Meil primo scambio ispanofono autorizzato a operare in tutti i 27 paesi dell’Unione europea in base al regolamento sulle cripto-attività (MiCa). Tether ne ha acquisito una quota di minoranzadando il “La” a un round di finanziamento da 30 milioni di euro. Sono finiti nei suoi radar anche vari wallet (i portafogli digitali per inviare e ricevere crypto), come Zengo e Portafoglio ordinato. E sistemi di pagamento in crypto come KEM, Lidiano, Pagamento in città, Oobit, Fiz, XREX.

Così Tether spinge per l’adozione di massa delle criptovalute

Legare possiede circa il 18% delle azioni di Un po’ di cervosocietà con sede a Singapore e quotata al Nasdaq che da un lato io Bitcoin per conto proprio, dall’altro lato costruisce, gestisce e affitta a terzi la capacità di calcolo (per il mining e non solo). D’altra parte, una società come Tether, che ha accumulato riserve di bitcoin talmente ingenti da far preoccupare le autorità statunitensiha tutto l’interesse nell’assicurarsi che si reggano su un’infrastruttura stabile.

Proprio l’ambizione di “normalizzare” l’uso del bitcoin spiega la scelta di investire In 3 gennaioazienda che lavora con governi, istituzioni e imprese per integrare l’infrastruttura nei sistemi economici e di pagamento reali. Parallelamente, l’azienda ha affiancato Quanto nel lancio delle stablecoin regolamentate EURQ (in euro) e USDQ (in dollari) – che, guarda caso, si appoggiano all’infrastruttura tecnologica Hadron by Tether. Restando in tema crypto, è recente la partnership con Genuna piattaforma che permette di ottenere prestiti usando bitcoin o stablecoin come garanzia: in pratica, un modo per ottenere liquidità immediata senza intaccare i propri wallet.

Una gran dose di materie prime agricole

Ma la galassia di investimenti di Tether si estende anche su beni materiali per definizione. Lo dimostra un’operazione chiusa quest’estate: l’acquisizione per 600 milioni di dollari del 70% delle azioni di Adecoagroproduttrice di prodotti caseari in Argentina, riso in Uruguay e zucchero ed etanolo in Brasile.

Perché puntare sulle materia prima (materie prime)? Per ora sappiamo che l’energia prodotta con le biomasse agricole alimenterà il mining di bitcoin. In più, il settore è affamato di creditodopo una serie di scandali che hanno messo in fuga le banche. Tether vuole occupare questo spazio: ha già prestato circa 1,5 miliardi di dollari a trader di petrolio, grano, cotone e altre commodities, dichiarando di voler espandere “drasticamente” tale attività.



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