La sostanza, come sempre, è un concetto elastico. Anche se forse Esso non aveva la profondità di un’immagine di Andy Warhol, entrambe le “opere” cercavano di fotografare un momento culturale — e riuscivano a far parlare le persone in un modo che il diluvio di Eseguire il backup della pendenza del 2025 non è minimamente in grado di replicare. Preso alla lettera, il Great meme reset è anche un appello per il ritorno a una cultura di internet più spontanea, più “umana”per quanto surreale possa sembrare.
A quanto pare, anche il cofondatore di Twitter Jack Dorsey sembra aver nostalgia di un tempo in cui la cultura online non era ancora un miscuglio indistinto di contenuti. Di recente Dorsey ha contribuito a rianimare Vitel’app di video brevi che aveva chiuso nel 2016. divineil suo nuovo progetto, vuole riportare in vita 100mila Vine classici e permettere agli utenti di crearne di nuovi, senza però ricorrere all’intelligenza artificiale. Il servizio bloccherà i contenuti che sembrano generati dai grandi modelli linguistici. Evan Henshaw-Plath, storico membro del primo team di Twitter, ha raccontato a TechCrunch che l’idea alla base del progetto è semplicemente quella creare qualcosa di “un po’ nostalgico“capace di riportare a un’epoca in cui i social garantivano agli utenti un controllo reale sui propri feed.
La cultura di internet, del resto, si è sempre nutrita di nostalgia. Molti dei primi meme che oggi Gen Z e Gen Alpha sperano di riportare in auge erano costruiti sulle cose che i millennial ricordavano con affetto, da SpongeBob all’era del Rickroll. La cultura pop, in generale, si basa su cicli.
Oggi le mode online cambiano molto più in fretta rispetto a quelle delle generazioni precedenti, ma il fatto che la cultura digitale sia arrivata al punto in cui ragazzi sempre connessi provano nostalgia per meme di appena pochi anni fa è un segnale piuttosto indicativo. Tra i sostenitori di un grande reset dei meme, nessuno vuole rievocare esperienze pre-internet o la cultura a cui anelano Gen X e millennial. L’obiettivo è semplicemente vivere lo stesso internet della generazione immediatamente precedente.
Sogno impossibile o meta-meme?
O forse no. Ryan Milner, esperto di meme e professore di comunicazione al College of Charleston, ricorda che la cultura di internet è sempre stata intrisa di ironia e che “con qualcosa come il Great meme reset bisogna chiedersi se sia davvero un desiderio sincero di tornare all’era di dieci anni fa, quando tutto sembrava migliore, oppure solo un modo per divertirsi con quell’idea. In fondo, parlare del fatto che i meme sono peggiorati è già un meme”.
Ovviamente, è altamente improbabile che il Great meme reset si concretizzi davvero. Su TikTok e altrove molti post sostengono già che l’iniziativa “fallirà”. Ciononostante, per Caldwell rimane un fenomeno interessante. “Sono curioso di vedere cosa succederà davvero il primo gennaio“, dadi. “Qualcuno porterà davvero avanti la cosa? Anche se dovesse rivelarsi un evento effimero, credo sarà comunque un giorno che entrerà nella storia dei meme come divertente esperimento collettivo”. Oppure come epic fail.
Questo articolo è apparso originariamente su Cablato negli Stati Uniti.
