Lancio di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza, abbiamo partecipato a una missione

Lancio di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza, abbiamo partecipato a una missione


Amman (Giordania) – Dallo scorso 27 luglio è ripreso il lancio di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza. Se ne occupano su base giornaliera le Forze armate giordanein collaborazione con Italia, Francia, Germania, Belgio, Spagna ed Emirati Arabi Uniti.

La coalizione di paesi ha come capofila la famiglia reale giordana che supporta attivamente la Organizzazione di beneficenza di Jordan Hashemiteuna delle organizzazioni umanitarie più importanti della regione che opera sia a livello locale sia a livello internazionale. Sin dall’escalation del conflittol’organizzazione provvede all’invio di aiuti via terra utilizzando convogli di camion e via aria avvalendosi della collaborazione della Royal Jordanian Air Force e dei loro aerei da carico C-130. La base aerea King Abdullah II a Zarqa, circa 35 chilometri ad est della capitale Amman, ospita militari e aerei dei vari paesi che partecipano alle missioni di lancio e dalla stessa base partono circa 8 voli ogni giorno. Siamo potuti salire su uno di questi per documentare come avvengono le missioni di aiuto.

Riferisce

Come funzionano i lanci degli aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza

Negli hangar della base vengono raccolti e impacchettati gli aiuti provenienti dalla Jordan Hashemite Charity Organisation e da tutti i paesi che partecipano alle donazioni. IO diversi eserciti condividono gli spazi, ma ognuno di loro lavora in maniera indipendente impiegando i suoi uomini per un periodo di circa 3 settimane. I paesi che partecipano ai lanci di aiuti si fanno carico delle spese per il proprio materiale utilizzato e per tutto il relativo personale impiegato. Gli aiuti destinati a i lanci arrivano alla base militare principalmente via terra, all’interno di scatole che vengono controllate in maniera informale dai militari. In seguito, in base alla potata dei paracadute, i soldati provvedono a impacchettare le scatole nei bancali che verranno poi rilasciati dall’aereo del proprio paese nella Striscia.

A differenza degli aiuti fatti entrare via terra, sottoposti dal Cogat – l’organismo militare israeliano responsabile degli aiuti – a meticolosi controlli e altrettanti rifiuti e dinieghi a causa del possibile duplice utilizzo del materiale, gli aiuti aviotrasportati apparentemente non vengono controllati in nessun modo dal Cogat. Le scatole fornite dalla Jordan Hashemite Charity Organisation contengono per la maggior parte aiuti umanitari di prima necessità e raramente medicinali. Come citato nel comunicato stampa rilasciato a seguito di ogni lancio dall’organo preposto all’interno della famiglia reale: “Particolare attenzione viene data al tipo di materiale inviato (…) con particolare riguardo a farina, latte in polvere e cibo in scatola” oltre a riso, pasta e fagioli presenti nelle scatole già presenti sui bancali.

Come si svolgono le missioni

Una missione può durare dalle due alle tre ore a seconda della zona che l’aereo deve raggiungere, ma il tempo effettivo di apertura del portellone posteriore è nell’ordine della decina di minuti. I paracaduti utilizzati sono quelli dati in dotazione agli stessi eserciti e la portata varia in base al modello: i più piccoli portano 200 chilogrammi mentre i più grandi superano la tonnellata. I C-130 utilizzati per le missioni alloggiano 18-20 bancali che vengono rilasciati tutti in un unico lancio all’apertura del portello posteriore.



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