Da quel momento, sarà possibile generare testo alternativo a quello inizialmente digitatoscegliendo tra varie opzioni come:
- riformulare – per riscrivere la frase in modo neutro, ma migliorandone idealmente l’efficacia (e nel caso anche la grammatica)
- professionale – per rendere il senso più conciso e professionale, ideale per comunicazioni di tipo lavorativo
- divertente – per aggiungere un po’ più di brio e fantasia, pensato per chat tra amici o parenti e in quelle informali di gruppo
- empatico – se si vuole un po’ più di tatto negli scambi più personali e/o su argomenti delicati.
Questo tipo di generazione di testo tramite non è certo una novità, anzi è già presente da tempo anche su tutti i chatbot più popolari, ma l’idea del gruppo Meta è che inserirlo direttamente nella sua app di messaggistica – nata proprio per la conversazione – possa essere utile agli utenti e dunque aumentare il tasso di utilizzo della propria AI.
La tutela della privacy dei messaggi
È inevitabile soffermarsi sulla questione privacy, perché di fatto si concede la possibilità di elaborare ciò che si è scritto (incluse conversazioni con informazioni sensibili di tipo lavorativo o personale) a una AI che è offerta gratuitamente da un’azienda che ha fatto della pubblicità il proprio business centrale.
WhatsApp cerca di mettere subito in chiaro il suo impegno in tal senso, aggiungendo un “powered by Private Processing” al nome dell’utilità e dedicando buona parte del post di presentazione proprio alla spiegazione di come il metodo possa essere definito sicuro. La tecnologia proprietaria Private Processing è dedicata, come da nome, all’applicazione delle funzioni AI senza compromettere la riservatezza dei contenuti trattati. Così come per la crittografia end-to-end delle chat, anche l’intelligenza artificiale generativa spinta dal Private Processing lavora in un ambiente stagno senza che né Meta né persone esterne possano leggere le conversazioni originali e quelle modificate, che rimangono dunque esclusive di mittente e destinatario/destinatari.
WhatsApp ha dichiarato di aver collaborato con esperti di spicco di sicurezza informatica sin dalle fasi iniziali del progetto di assistenza alla scrittura, con numerose e regolari verifiche per correggere eventuali vulnerabilità del sistema. Due gruppi di ricerca indipendenti come Gruppo NCC e Trail of Bits hanno pubblicato i loro report sulla realizzazione della funzione, contestualmente al lancio.