A New York, in un laboratorio nascosto sotto terra, un’enorme macchina dal peso di mille tonnellate sta cercando di riportarci indietro di 13,8 miliardi di anni. Si chiama Sphenix ed è il nuovo rivelatore di particelle del Brookhaven National Laboratory. La sua missione è tanto affascinante quanto complessa: dare la caccia al plasma di quark e gluoni, la misteriosa “zuppa” di particelle che costituiva l’universo nei primissimi istanti dopo il Big Bang.
Per capirci, oggi tutto ciò che vediamo – stelle, pianeti, materia vivente – è formato da protoni e neutroni. Ma subito dopo la grande esplosione, la materia non era ancora organizzata così: esisteva solo questo plasma incandescente che, nel giro di un battito di ciglia cosmico, si è raffreddato trasformandosi nella materia che conosciamo.
Il problema? Questo plasma dura pochissimo, appena un sestilionesimo di secondo, e raggiunge temperature di trilioni di gradi. Nessuno lo può “vedere” direttamente. L’unico modo per studiarlo è osservare le particelle che lascia dietro di sé quando viene ricreato negli acceleratori. Ed è qui che entra in gioco sPHENIX.