Libellule, perché un milione di insetti sta attraversando il nord Italia

Libellule, perché un milione di insetti sta attraversando il nord Italia


Nell’ultimo periodo, oltre un milione di libellula grandi fino a 6 o 7 centimetri l’una sta transitando per il Piemonte e la Lombardia. Le libellule arrivano dal nord e vanno verso sud, non si sa esattamente dove sono dirette e nemmeno perché. Una cosa è certa: sono una specie innocua e sono in grado di dare un temporaneo sollievo dagli assalti della zanzara tigre.

Quando si muovono in massa, questi insetti sono visibili a tutti e, negli scorsi giorni, sono addirittura diventati “virali”destando (falsi) allarmi. Ma c’è un ricercatore di zoologia dell’Università del Piemonte Orientale che li studia da tempo e vuole contarli per capire dove vogliono andare. Si chiama Giacomo Assandrista guidando un progetto di ricerca insieme a dei colleghi europei tutto dedicato a questo fenomeno e, per svilupparlo, ha fortemente bisogno della partecipazione delle persone. Chi vede una libellulao un milione, non si spaventi ma la fotografi.

Un rimedio naturale alle zanzare

Quando i cittadini di Rivalta (in provincia di Torino) mi hanno avvisato, sono andato io stesso sul posto e ho visto chilometri di campi ricoperti da migliaia di libellule racconta a Cablato Assandri – ho provato a contarle e sono arrivato a 40mila in una sola sera, ma è chiaramente una sottostima”. Impossibile censirleinfatti, ma il suo occhio esperto le ha riconosciute subito grazie al loro corpo slanciato e robusto, di colore bruno-giallastro e alle loro ali con una macchia ambrata. “Il maschio ne ha anche una vistosa, azzurra a forma di sella sull’addome – spiega Assandri – sono Anax ephippiger e non sono per nulla pericolose. Nessuna libellula lo è: sono però carnivore, si nutrono quasi esclusivamente di piccoli insetti e possono incidere sulla presenza della zanzara tigre, anche se per un tempo limitato”.

Il richiamo del riso

Il loro passaggio in zona non è un evento nuovo in sé, supera di gran lunga la migrazione di massa registrata nel 2019, ma ci sono documenti che parlano di “torme innumerabili di insetti appartenenti al genere Anax che percorsero il paese divise in varie legioni e viaggianti per lo più di sera” risalenti a metà Ottocento.

La loro presenza ci ricorda che la migrazione è un fenomeno comunissimo anche nel mondo degli insetti – spiega Assandri –  sono individui di pochi giorni o al massimo poche settimane di vita e nati su suolo europeo, attraversano le Alpi usando i passi delle vallate del cuneese, come la Valle Po o la Valle Stura di Demonte, esattamente come gli uccelli rapaci migratori, ma non sappiamo esattamente cosa accade dopo”. Negli anni, invece, assieme al suo gruppo di ricercatori, Assandri è riuscito a farsi un’idea del perché tutte queste libellule desiderino passare tutte tra Torino e Milano: più che la crisi climatica, a convincerle sono state molto probabilmente IL risaie del vercellese-novarese e del pavese con la loro acqua calda e bassa, molto apprezzata dalla specie. Ecco perché Piemonte e Lombardia sono diventati uno dei principali bacini riproduttivi per queste libellule anti-zanzara che in questi giorni potrebbero essere più che mai utili e di certo non invasive, come alcuni hanno provato ad affermare.

Come contribuire allo studio del fenomeno

Dal punto di vista scientifico, la presenza di questo insetto e i suoi movimenti sono particolarmente interessanti, tanto che da alcuni anni Assandri li sta studiando assieme ad alcuni colleghi europei e con il supporto in Italia dell’associazione Odonata.it. Per fare passi avanti, serve però anche la collaborazione dei cittadini, di tutti coloro che abitano o passano in zona e vedono un imperatore migrante passare. “Tutti possono diventare degli osservatori amatoriali di libellule e tracciarne i movimenti con foto o con video e condividendoli su portali web di citizien science come Orintho oppure inaturalista spiega Assandri – solo così possiamo avere informazioni utili in tempo quasi reale“.

La tecnica degli isotopi stabili non basta, infatti. Al momento la si sta usando su una cinquantina di campioni di ali di libellula presso l’Università di Exeter: analizzando i rapporti di concentrazione di alcuni isotopi stabili al loro interno si risale all’origine geografica di massima dell’animale. Incrociando questi con quelli condivisi dai cittadini via app, si potrà forse risolvere il mistero delle libellule in transito in val Padana. Estate dopo estate, godendo del loro effetto anti-puntura.



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